domenica 27 dicembre 2015

Scienze ispiratrici

La curiosità ci spinge a capire e conoscere, porci domande ci fa progredire e crescere. Certe domande, per me, creano storie.

I miei eroi sono esploratori e scienziati. Vi ho già parlato di come trovo ispirazione nelle cronache di viaggi avventurosi e oggi vi parlo di come la trovo nella scienza. Prima, però, fatemi precisare che per scienziati non intendo quei tizi nei laboratori che inventano malattie per conto delle case farmaceutiche facendo esperimenti sugli animali, né quelli che studiano nuove armi per ammazzarci nelle maniere più subdole.
Quando dico scienziati, mi riferisco a gente con il segno del telescopio intorno all'occhio, gente che striscia nel fango dell'Amazzonia per fotografare un insetto mai visto, gente che passa notti insonni a elaborare teorie sui viaggi nel tempo, gente che trascorre mesi in Antartide ad analizzare carote di ghiaccio millenario, gente che spolvera ossa di dinosauro e traduce geroglifici, gente che guarda in fondo all'oceano o dentro un vulcano, gente che si chiede come mai la mela cade dall'albero e, all'improvviso, ha una grande intuizione. 
Leggo delle loro vite e scoperte nei libri, sulle riviste e le guardo nei documentari, mettendo in fila diversi wow ogni volta. Se da ragazzina ho cominciato a interessarmi di scienze, oltre che attraverso libri e film, devo ringraziare Piero Angela, che pochi giorni fa ha compiuto 87 anni, per aver portato nella mia casa, come in quelle di tanti italiani, il piacere di farsi domande e scoprire risposte con un linguaggio semplice e capace di accendere l'interesse del pubblico.


La scienza è un modo di osservare il mondo da punti di vista differenti, da scrittrice, la trovo un'inesauribile fonte di fantasie. Più imparo e più ho voglia di imparare, più scoperte mi danno risposte e più domande mi vengono in mente. Per i geologi, per esempio, l'Africa termina con le Alpi e l'Australia è un frammento di Antartide. Non è una prospettiva che apre la strada a nuove storie?

L'archeologia è una delle scienze che mi intrigano maggiormente perché unisce l'avventura del viaggio alla scoperta di antichi misteri. Adoro le storie di città sepolte nella sabbia o nella giungla, le storie di mummie ed eserciti di argilla, di civiltà sommerse e caverne piene di tesori, di castelli con passaggi segreti e monumenti costruiti secondo mappe stellari.
Ci sono diverse zone d'ombra nella storia come ce la raccontano e da lì possono nascere racconti avvincenti. Si fanno congetture su qualsiasi argomento e gli spunti che ne derivano sono molteplici. Alcuni, per spiegare anomalie archeologiche come reperti di tecnologie troppo avanzate per popoli che non conoscevano la ruota, sostengono che in epoche passate siamo stati visitati dagli alieni. Questa è una teoria che, fuori da un romanzo, non mi convince perché, al di là delle prove più o meno credibili, quello che le manca davvero è il movente. A che scopo venire fino qui da un altro pianeta, regalarci una tecnologia che ha portato un balzo in avanti nell'evoluzione e poi andarsene? Cosa sarebbero? Buoni samaritani galattici?
Trovo più plausibile la tesi di un'antichissima civiltà molto evoluta e poi scomparsa per cause naturali. Tutte le stranezze storiche attribuite agli extraterrestri potrebbero invece provare l'eredità di alcuni sopravvissuti all'estinzione. Questo risolverebbe anche l'enigma del motivo: si tratta semplicemente di perpetrare la conoscenza umana. Visto com'è facile partire dalla storia e andare via di fantasia?

Fisica e astronomia sono per me altrettanto affascinanti e mi forniscono ulteriori spunti e ispirazioni. Per esempio, penso al fatto che andando indietro nel tempo, verso le origini del cosmo, si arriva al momento in cui tutte le forze e gli elementi dell'universo erano concentrati e compressi in un unico punto che all'improvviso è esploso, riempiendo lo spazio di materia e liberando le forze che ne regolano l'esistenza. Ok, ma prima? E oltre i confini dell'esplosione? Se in un acceleratore di particelle si riuscisse a ricreare il big bang in piccolo, si genererebbe un piccolo universo abitato da piccoli uomini che si domandano cosa ci fosse prima del loro big bang. Noi stessi potremmo trovarci in una delle bamboline di una matrioska di universi, non vi pare?
L'universo è un luogo estremamente violento, se mi teletrasportassi su un pianeta alieno non avrei nemmeno il tempo di bestemmiare prima di essere polverizzata. Stelle lontane potrebbero morire da un momento all'altro e non lo sapremmo perché il cielo che vediamo è il passato. La luce che vediamo ha impiegato centinaia di anni ad arrivare ai nostri occhi, dunque il luogo da cui è partita potrebbe già non esistere più. Una stella che esplodesse ad anni luce da noi potrebbe colpirci senza preavviso e se una scarica di raggi gamma ci investisse spezzerebbe la barriera di ozono che protegge il nostro pianeta dalle mortali radiazioni solari. Oppure diventeremmo tutti Hulk.
Da bambina, passavo i pomeriggi con mia nonna Dolores che alle quattro e mezza mi preparava la merenda: un tè con i biscotti da mangiare guardando una nuova puntata di Star Trek. Vi stupirebbe scoprire l'accuratezza scientifica di certi dettagli in questo telefilm. Gli sceneggiatori si sono avvalsi della consulenza di veri scienziati e hanno, in cambio, ispirato la realizzazione di nuove tecnologie che oggi usiamo quotidianamente. La stessa cosa è accaduta con parecchi libri di fantascienza, grazie allo scambio di idee tra scrittori e ricercatori.

Scienza è anche osservare la natura per decifrarne il linguaggio. La natura è così elegante, sofisticata e ingegnosa da contenere tutti gli elementi per costruire nuove storie; la natura è stelle e galassie, sequoie, amore, forza di gravità, paura, tramonti, spaziotempo, imprevisti, vulcani, orchidee, microorganismi, velocità, pioggia, elefanti, coraggio. C'è già tanto da raccontare sul nostro pianetino blu e i suoi abitanti, ma possiamo anche spingerci più in là fantasticando. Tutto è possibile, solo che non lo sappiamo ancora.

Le vite stesse di alcuni scienziati sono interessanti quanto romanzi, alcune includono morti misteriose, scoperte scomode, cospirazioni. Una delle mie preferite è la storia di Nikola Tesla, geniale quanto stravagante, che addirittura cambia da un libro all'altro.


L'universo è fatto di storie. Possiamo osservarne alcune e inventarne altre. Vorrei vivere per sempre solo per la curiosità di vedere cosa viene dopo, per scoprire come va a finire l'universo.



2 commenti:

  1. "Vorrei vivere per sempre solo per la curiosità di vedere cosa viene dopo, per scoprire come va a finire l'universo."

    L'ho sempre pensato pure io, e mi brucia assai sapere di non poterlo fare...

    Ciao!
    Gabriele

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