giovedì 10 dicembre 2015

Lanciano: mischiare è male

a me gli occhi
Eccomi finalmente a raccontare com'è andata la seconda tappa del mio tour di presentazioni dal vivo.

So che vi ho fatto aspettare un po', ma dicembre non è solo il mese di Natale e ci sono tasse che scadono, patente da rinnovare, gente da incontrare ed essere stata via per soli quattro giorni mi ha fatto accumulare una quantità di impegni da voler fuggire in Polinesia.

Torniamo, però, in Abruzzo con la serata all'enoteca Liberty di Lanciano. È andata bene, ma contro Torino è stata una vittoria facile. Anche se non esco del tutto soddisfatta da questo evento, è stato importante perché ho imparato qualcosa per il futuro. 

Le mie riflessioni si riassumono con una frase del nostro santone preferito:


No, non è riferita alla degustazione di vini, peraltro tutti così buoni che la mattina dopo non c'era traccia di postumi. L'errore è stato mischiarli con i libri perché, anche se poteva sembrare un'idea divertente e creativa, un evento organizzato in questo modo disperde l'interesse del pubblico.

Paolo prepara il locale
All'ingresso c'era un bancone con bottiglie, bicchieri e stuzzichini e in un angolo un banchetto con i miei tre libri esposti. Aspettando che il locale si riempisse, mi sono concessa qualche sorso degli ottimi vini a disposizione, soprattutto per riscaldarmi perché la porta doveva rimanere aperta per tutta la durata dell'evento, ma mi pareva brutto presentarmi con il cappotto come se fossi di passaggio.
I primi ospiti passavano da Paolo che presentava un bianco e due rossi, versava e offriva assaggi di pizza per poi indicare il mio angolino.
Raggruppata un po' di gente, ho tenuto il mio discorso con i capelli gonfi di umidità, le mani ghiacciate. All'inizio è andata bene e il pubblico, anche se diviso in due ali dall'espositore centrale, mi ascoltava interessato con scambi di battute e domande di approfondimento.

ciao, sono Simona e ho sempre un sorriso per voi
Con il procedere della serata e l'arrivo di altre persone, mi sono ritrovata a dover girare per il locale a distribuire i volantini del mio blog con le mini-trame sul retro, stringere mani e ripetere la presentazione a un pubblico in continuo movimento. La gente entrava e usciva, si raccoglieva in piccoli gruppi con i bicchieri in mano e io mi infiltravo in cerca di attenzione. Con qualcuno mi sono intrattenuta più a lungo, invischiata in discorsi che andavano dai generi letterari all'editoria, dall'elfico di Tolkien agli insabbiamenti dei servizi segreti, trascurando qualcun altro. Una signora ha chiesto la lettura di un brano e la mia amica Carla l'ha accontentata (io evito perché quando leggo ad alta voce sembro una del telegiornale).
Insomma, c'era troppa confusione ed era difficile attirare l'attenzione sui libri. Mi sono sentita come le promotrici che ti spruzzano campioncini di profumo all'ingresso dei grandi magazzini. Non è quello che dovrebbe fare uno scrittore. 

L'evento di Milano è stato quello di maggior successo proprio perché era incentrato sui miei libri, mentre qui facevano solo da contorno alla degustazione. Ho voluto sperimentare un modo diverso di entrare in contatto con potenziali lettori, ma evidentemente c'è un motivo se nessuno scrittore si presenta in questa maniera. È vero che c'è stata qualche vendita e mi sono fatta conoscere, ma la gente non era lì per me. Avevo immaginato una serata diversa, magari io affiancata a Paolo per parlare di un libro per volta e un vino per volta con degustazioni tra un discorso e l'altro. Invece, prima tutti i vini e poi la parola a me.

altre domande?
In futuro, i libri dovranno essere i veri protagonisti e, infatti, il prossimo evento in programma a metà gennaio sarà del tutto diverso: si tratterà di una serata esclusivamente letteraria, avrò una sala dedicata con il pubblico seduto, un presentatore/intervistatore, le copertine proiettate sullo sfondo e un buffet che aprirà solo alla fine della presentazione. Chi deciderà di partecipare lo farà perché interessato.

Un'altra cosa che ho imparato è che la GoPro, la videocamera sportiva che ho regalato al TdC per le sue sessioni di windsurf, fa riprese favolose, ma non ha il microfono direzionale, cioè si sente la voce di chi riprende, ma non di chi è ripreso, quindi ho dei filmati semi-muti di me che gesticolo e gente che beve. Magari li monterò con un po' di musica, magari la teniamo buona per i viaggi.

In conclusione, la serata è andata com'è andata, ma ho trascorso qualche giorno con gli amici in una Lanciano addobbata per il Natale e mi sono goduta un po' di mare a Fossacesia sotto un bel sole invernale. Bisogna sempre guardare il lato positivo.

8 commenti:

  1. Guardare sempre avanti :-)
    Ogni esperienza ti permette di imparare e crescere

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    1. Sì, ho imparato che uno scrittore deve fare lo scrittore e non il venditore :)

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    2. Una frase molto saggia la tua (non ditelo a Osho).
      C'è da rifletterci bene e capire quale sia il confine tra lo scrittore (che scrive una storia) e il marketing (che ne fa un libro, cioè un prodotto).

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    3. E te ne sparo un'altra: sbagliando s'impara!
      Certo, ci sono le eccezioni. Bukowski in enoteca ci stava alla grande :)

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  2. Penso sia giusto provare e sperimentare come hai fatto tu. Poi ovvio, una volta va bene e un'altra no, ma mai dire mai! Si impara qualcosa sempre e a quel punto non resta che...raddrizzare il tiro ;)

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    1. Esatto. Soprattutto, la prossima volta porta chiusa e riscaldamento acceso!

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  3. Ciao Simona splendide queste tue iniziative.
    E' da un po' che ti seguo, per studiare come ti muovi nel self publishing. Volevo farti i complimenti sei in gamba e coraggiosa.
    Sono sempre stato curioso di leggerti, adesso che ho svuotato un po' la pila di libri ho comprato l'ebook di River. Insomma mi sento arruolato.
    Lo leggerò con piacere. ;)

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    1. Grazie mille, Marco! Benvenuto nella Legione :)
      Diciamo che mi muovo per tentativi con tutto ciò che viene dopo la scrittura, ma sto imparando.

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