venerdì 11 dicembre 2015

La faccenda della Porsche maledetta

Ho ricevuto dall'illustratore Antonio Renna l'ultima immagine ispirata ai libri di Legione che va ad aggiungersi alla galleria. Ritrae Gabriel Walken, protagonista del secondo episodio, a bordo della Porsche appartenuta a James Dean. 


L'aura di mistero che accompagna questa splendida auto si adatta perfettamente allo spirito delle mie trame, sospese tra realtà e leggenda, tra storia e fantasia. La nuova illustrazione mi dà l'occasione di proporvi un estratto dal libro che racconta come la Porsche sia entrata nel mito, finendo nelle mani di un legionario capace di metterla in moto con la forza del pensiero.

La Porsche 550 Spyder color argento riposava al primo piano interrato di un parcheggio alla periferia sud di Jackson nel Mississippi. Aveva mantenuto l'aspetto elegante e sportivo che negli anni Cinquanta ne avevano fatto un'icona delle corse su strada, ma celava invisibili quanto sostanziali modifiche apportate dai tecnici della Legione Segreta per il suo proprietario. Era una vettura speciale, non solo perché ne erano stati prodotti pochi esemplari, ma quella, in particolare, aveva una storia sinistra e stupefacente: era la Little bastard di James Dean, l'auto su cui aveva perso la vita.
Il 30 settembre 1955 James Dean stava guidando la sua piccola bastarda verso Salinas in California dove avrebbe partecipato a una gara automobilistica. Aveva 24 anni, il suo talento, la sua bellezza e la sua carriera erano al massimo dello splendore quando, sulla statale 46, una Ford Berlina gli tagliò la strada. Nell'istante di quel terribile schianto James Dean divenne una leggenda e la sua amata Porsche 550 Spyder gli diede un ultimo mortale abbraccio.
Una serie di sciagure si abbatté sui successivi proprietari facendole guadagnare la fama di auto maledetta. Mentre veniva trasportata da un camion si sganciò dai sostegni, spezzando la gamba di un meccanico; il suo motore fu installato sull’auto da corsa di un medico che, durante una competizione, si ferì gravemente uccidendo uno degli addetti al controllo della gara; un suo semiasse, montato sull’auto di un altro pilota, causò un gravissimo incidente stradale; i suoi copertoni, in mano a un altro proprietario, rischiarono di causarne la morte; un ragazzino che tentò di rubare un pezzo del cimelio, acquistato da George Barris, si tagliò un braccio e dovettero amputarglielo; durante un trasporto l'automobile schizzò fuori dal camion che era stato tamponato e travolse un altro veicolo uccidendone il conducente. Infine, nel 1960, la Little bastard fu caricata su un treno che non arrivò mai a destinazione e, nonostante la taglia di un milione di dollari offerta da Barris sospettando un furto operato da collezionisti, non fu mai ritrovata.
Ora la Porsche maledetta sembrava sorridere con i suoi fanali puntati come occhi ciechi nella penombra di un parcheggio di Jackson. D'un tratto sembrò risvegliarsi, si mise in moto da sola, uscì sgommando lungo le rampe e si fermò nel piazzale accanto a Gabriel con lo sportello aperto.
«Che razza di mezzo è questo?» chiese dalla sua bicicletta un ragazzino che aveva assistito alla scena.
Mentre saliva a bordo, Gabriel lo guardò e, facendo la sua voce più profonda, rispose: «Sono Batman.»

Complimenti ad Antonio per il suo bel lavoro e per la pazienza con cui ha soddisfatto le mie richieste di "un po' più così, un po' meno così". Avete notato il dettaglio della targa? LEGione 2 Simona Colombo. Ho già in archivio altre sue illustrazioni, ma le aggiungerò in futuro perché riguardano i due episodi mancanti e non voglio anticiparvi nulla.

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