venerdì 20 novembre 2015

Come ho cominciato a scrivere

Una domanda frequente nelle interviste è: "Quando è nata la tua passione per la scrittura?"
Una risposta frequente a questa domanda è: "Da bambino."
Sono sicura che l'immaginazione e la fantasia siano doti innate, ma dire che si scrive da sempre è un po' come volersi accreditare vantando una lunga esperienza nel campo. Non tutti i bambini si chiudono in casa a scrivere romanzi come piccoli geni, come Mozart della letteratura.
A me piaceva giocare all'aperto, in cortile, con gli amichetti del palazzo, ma amavo anche leggere libri e fumetti (che pasticciavo e ritagliavo per conservare le mie parti preferite) e trascorrere i pomeriggi sdraiata sul pavimento a inventare e disegnare storie da raccontare in famiglia. Dovevo raccontare e spiegare perché i miei disegni non erano chiarissimi al primo sguardo e nascondevano trame complicate quanto avvincenti. Dai disegni, sono passata alla scrittura e non ho più smesso.
Ho cominciato così e c'ho le prove!


Da maniaca dei ricordi, conservo ancora i miei quaderni e i miei disegni, alcuni addirittura plastificati per proteggerli dal passare del tempo. Vi offro quindi un viaggio nel passato attraverso le foto dei miei primi lavori. Con un click potete ingrandire le immagini.

Mio padre mi regalò un'agenda che si riempì subito di tutto ciò che mi appassionava e ancora mi interessa.

In queste pagine di fine anni Settanta, trovate fantasy (Merlino con gli alambicchi da alchimista), fantascienza (la formazione dei pianeti con un marziano su Marte)... 












...serie tv poliziesche (intendevo Starsky e Hutch) e culture lontane (gli indiani) come li vedevo allora.
Nel disegno sugli indiani vi prego di notare la componente drammatica del tizio sulla destra che brucia la donna legata.




Sempre su quell'agenda si trova una pagina preziosa: il mio primo racconto horror. 
Non ditemi che quei "pasi" nel bosco che da piccoli diventano grandi non vi fanno rabbrividire. Notate anche che si tratta di una giornata buia e tempestosa.
Inoltre, nel tronco dell'albero c'è una buco che fa da casetta a uno scoiattolo.
Ho sempre amato i dettagli.

Disegnando passi del Vangelo per l'ora di religione, ho sviluppato un certo umorismo, spirito critico e propensione alla difesa dei diritti degli animali, come si nota da queste rappresentazioni della fuga di Giuseppe e Maria e del diavolo che tenta Gesù nel deserto. Mai più entrata in chiesa dopo la Cresima.


Crescendo, sono diventata più raffinata e sono passata ai quadernoni a righe dove la scrittura è dilagata, relegando i disegni a riquadri illustrativi. Scrivevo tantissimo e le trame cominciavano a complicarsi.

Quando è arrivata in casa la mia prima macchina da scrivere, ho iniziato a sentirmi una vera scrittrice perché i miei testi somigliavano, almeno esteticamente, ai libri veri. Ero fierissima e non sapevo gestire i margini di pagina.


Oggi, prendo ancora appunti a penna, ma scrivo, ovviamente, al computer. Il progresso tecnologico e la mia crescita personale, però, non hanno cambiato il modo in cui funziona la mia fantasia. Nella mia testa si accendono ancora idee, trame, immagini, domande come quando ero bambina, con gli stessi colori e le stesse sensazioni. Una copia dei libri che ho pubblicato è sullo scaffale accanto alla cartelletta nella quale conservo questi inestimabili ricordi per non dimenticare che la parte più bella della scrittura, per me, è ancora e sarà sempre fantasticare.


15 commenti:

  1. È davvero così il buongiorno si vede dal mattino. ..mio figlio riempiva pagine su pagine di disegni che ritraevano il destokp del pc e tutte le icone relative ai programmi...oggi studia Ingegneria 😀informatica

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    1. Visto? Le nostre inclinazioni si manifestano già in tenera età, poi se siamo fortunati riusciamo a coltivarle per il futuro.

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  2. Allora non sono il solo a conservare i quaderni delle elementari. Se vedo gli sgorbi che disegnavo a quel tempo...
    Comunque la serie di Staski e Aci piaceva anche a me :D

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    1. A volte è divertente rivedere anche gli scarabocchi e spesso ci ricordano il momento in cui li abbiamo fatti. Fai bene a conservarli!

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  3. Acc...! I documenti riservati di SimoLeaks! :-)

    Io invece ho buttato via le cose scritte a penna quand'ero adolescente (fantascienza, of course!).

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    1. Io ho perso molto materiale nell'allagamento della mia cantina qualche anno fa, ma per fortuna ho salvato qualcosa.

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  4. Bellissimo excursus. Mi hai fatto ricordare i disegni di Saint-Exupery. La rivisitazione biblica è deliziosa e ironica. Da grandi non ci vengono questi pensieri...

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    1. Crescere ci riempie di filtri che da bambini non abbiamo e forse non ci servono. Non è salutare restare troppo legati al passato, ma tirare fuori i bei ricordi ogni tanto e guardare da dove siamo venuti è divertente. La maestra di religione impazziva perché le mie rivisitazioni deviavano un po' troppo dal senso dei passi che ci raccontava, avevo un punto di vista molto personale :)

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  5. Scusate il ritardo nel rispondere, ma ero in trasferta a Torino (ve ne parlerò nei prossimi giorni).
    Sono contenta che abbiate apprezzato questo post e so che certi passaggi sono comuni a tutte le persone creative. Si tratta del famoso "bambino interiore" che, per chi lavora ancora di fantasia, non cresce mai :)

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  6. Ahah ma fortissima questa evoluzione, e bravissima ad avere tenuto questi pezzi di storia! _yoko

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    1. Grazie, Yoko. Ci sono ricordi che mi piace conservare e li tengo in una valigia insieme al kit di sopravvivenza, pronta a fuggire da un'apocalisse zombi! :)

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  7. La storia di vita vissuta ha sempre un sapore così vero. Emozionante!

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    1. Ho finito i quaderni. Dovrò pensare a qualcos'altro per emozionare la prossima volta :)

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  8. Che meraviglia questo post!
    Mi viene in mente l'evoluzione che ho avuto anch'io da ragazzina. La macchina da scrivere poi... mi ricordo che bastava sedermi con il foglio bianco davanti per essere certa che l'ispirazione sarebbe arrivata. La penso proprio come te! La parte più bella di scrivere è proprio la possibilità di fantasticare, di creare mondi nuovi con la propria immaginazione

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    1. L'immaginazione è un talento, poi col tempo e l'impegno viene la tecnica.

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