lunedì 9 luglio 2018

History repeating

Anno 1970
Riguardo corsi e circoli di scrittura



«Perlopiù sono gruppetti di scrittori scadenti che si riuniscono e... emerge sempre un leader, che si autopropone, in genere, e leggono la loro roba tra loro e di solito si autoincensano l'un l'altro, e la cosa è più distruttiva che altro, perché la loro roba gli rimbalza addosso quando la spediscono da qualche parte e dicono: “Oh, mio dio, quando l'ho letto l'altra sera al gruppo hanno detto tutti che era un lavoro geniale”.
Puoi ottenere delle critiche costruttive ma accade raramente in quei gruppi. […] Il miglior modo per imparare a scrivere è leggere i bravi scrittori e vivere. Questo è tutto quello che si deve fare. Non serve un gruppo.»

Charles Bukowski



venerdì 26 gennaio 2018

Riscrittura

Sono le nove di un sabato sera come tanti ed entrano i soliti clienti.
C'è un vecchio signore seduto vicino a me che fa l'amore col suo gin tonic. Mi dice: «Figliolo, puoi suonarmi un ricordo? Non sono ben sicuro di come faccia, ma è triste e dolce e la sapevo a memoria quand'ero giovane.»

Suonaci una canzone, sei il pianista, suonaci una canzone stasera. Siamo tutti in vena di ascoltar musica e devi farci star bene.

John, il barista, è un mio amico, mi fa bere gratis. È sempre pronto a scherzare o accenderti una sigaretta, ma vorrebbe trovarsi altrove. Dice: «Bill, questa vita mi sta uccidendo» mentre il sorriso svanisce dal suo volto. «Sono sicuro che potrei diventare un divo del cinema, se solo potessi lasciare questo posto.»
Paul è un agente immobiliare e romanziere che non ha mai avuto tempo per una moglie, sta chiacchierando con Davy che è ancora in marina e probabilmente ci resterà tutta la vita.
E la cameriera fa la diplomatica, mentre gli uomini d'affari si ubriacano lentamente. Sì, condividono un drink chiamato Solitudine, ma è sempre meglio che bere da soli.

Suonaci una canzone, sei il pianista, suonaci una canzone stasera. Siamo tutti in vena di ascoltar musica e devi farci star bene.

È abbastanza affollato per un sabato e il proprietario mi sorride perché sa che è per me che sono venuti, per dimenticare le loro vite per un po'.

E il pianoforte suona come un carnevale e il microfono puzza di birra e loro siedono al bar riempiendo di mance il mio barattolo e dicendo «Amico, che ci fai qui?»

Suonaci una canzone, sei il pianista, suonaci una canzone stasera. Siamo tutti in vena di ascoltar musica e devi farci star bene.

Billy Joel
Piano Man, 1973

Questo è il racconto che ho trovato bell'e pronto nella canzone del signor Joel, mentre guidavo.  Basta il testo a farmi pensare mille cose sulla scrittura, in particolare su personaggi che sono descritti alla perfezione con appena quattro parole ciascuno e sono facili da immaginare.
Scritto il post, ne ho cercato il video per farvi ascoltare la canzone e ho scoperto che ne esistono due versioni talmente diverse che lo stesso pezzo sembra trasformarsi. Passano oltre dieci anni tra i due filmati e, mentre il testo rimane lo stesso, parola per parola, cambia il locale, cambia l'aspetto dei clienti, cambia la moda, cambia l'economia, cambia lo spirito di quel sabato sera. 
E guardate il signor Joel, come suona da ragazzo e come da adulto, lui è l'unico rimasto a (re)interpretare se stesso – il personaggio del suo racconto – e in quei dieci anni ha perso qualcosa e guadagnato qualcosa.

Video originale


Versione del 1985






mercoledì 3 gennaio 2018

Le leggi dei gatti e della scrittura

Il 26 dicembre mi sono svegliata con il piano di scrivere per un giorno intero.
Erano tutti via per le feste e avrei avuto il tempo e la pace di mettermi al computer con una tazza di caffè caldo e trascorrere ore all'avventura con i personaggi di Legione.

Prima di proseguire il racconto, serve un chiarimento: io non scrivo nella casa in cui abito. Mi sono sempre sentita più a mio agio al tavolo del salotto nel vecchio appartamento di famiglia, che è rimasto a mio fratello e la sua compagna, ma del quale ho ancora le chiavi e uso come studio ogni volta che posso.