L'autrice


PENNA E BLOCCHETTO OVUNQUE
CHI SONO
Simona Colomboscrittrice e viaggiatrice, nata e cresciuta a Monza.
Viaggiare è la cosa che mi emoziona di più al mondo e ogni volta che parto vorrei non tornare, ma mi piace anche stare sul divano con un libro o un film. Amo tutti gli animali e stimo i gatti.

Per contattarmi:
simopassacc@gmail.com


COME SCRIVO
Mi viene un’idea. La scrivo. La rileggo. La scrivo meglio. Fatto.
Poi muore Ray Bradbury e ripenso a tutte le cose che ha meravigliosamente scritto lui, scuoto la testa depressa ripetendomi “Non sono degna, non sono degna…”
DALLA PENNA AL PC
Le idee, per le persone che hanno il dono della fantasia, arrivano da tutte le parti, come zanzare in una palude. Arrivano in auto, mentre ascolto una canzone e rischio di tamponare un tir mentre smanaccio nella borsa alla ricerca del blocchetto per gli appunti. Sì, perché le idee vanno catturate al momento, altrimenti devo continuare a ripeterle nella mente finché non trovo carta e penna per bloccarle. Così succede che arrivo in ufficio e al primo “Buongiorno” rispondo “L’uomo correva nella pioggia senza ombrello.” 
Le idee sono come i sogni del mattino: se non le scrivo subito si dissolvono. Per quanto mi sforzi di trattenerle non riesco a difenderle dalla luce del giorno e i particolari mi scivolano via dalla testa, lasciandomi addosso solo sensazioni. Per questo tengo un blocchetto per appunti anche sul comodino. 
Gran parte delle mie storie sono scritte su foglietti e quaderni, solo dopo mi metto al computer e riordino le scene creando la forma del libro. Fino a quel momento è tutto scritto a penna.
Sullo scrivere in sé non posso insegnare nulla, ognuno ha il proprio stile e non ci sono regole universali. A me piacciono le parole semplici, non perdo tempo a cercare il termine più raffinato per ogni cosa, spesso la prima parola che mi viene in mente è già quella più adatta. Certo, bisogna conoscere tante parole perché ci vengano in mente al momento giusto ed è per questo che leggiamo tanto! Con un vocabolario povero finiremmo per scrivere “il tizio con il coso prese la cosa e la tirò all’altro tizio con l’altro coso che diceva quella cosa”.
Sono la regina degli errori di battitura che considero quindi perdonabili, ma la grammatica è fondamentale. Vanno bene i termini colloquiali, va bene lo slang, ma sono sicura che “gli avevo dato a lei” non sia una licenza poetica. Abbiamo frequentato tutti le elementari quindi non ci sono scuse.
Non è semplice, come potrebbe sembrare, tradurre in parole ciò che la mia immaginazione mi mostra. Certi passaggi sono così emozionanti, alcuni scenari così complessi, fatti grandiosi o piccole sensazioni… No, non è facile.