mercoledì 18 gennaio 2017

Letture

Oggi mi va di parlarvi di alcuni libri che ho letto, che ho abbandonato e che sto leggendo. Non sono una critica letteraria, non faccio recensioni, vi dico solo come la penso personalmente. Non sono una lettrice veloce, mi immergo nelle pagine con tutta calma, nessuno mi corre dietro. Mi interessano molti argomenti perciò generi e temi variano parecchio, come si vede dalla lista dei miei preferiti.


L'anno scorso ho letto meno di dieci libri e ne salvo quattro, due romanzi e due saggi. Di tre ho già parlato sul blog - Congo Inc., Tempesta, I tre giorni di Pompei - del quarto, Magellano di Stefan Zweig, vi dico soltanto che è una biografia appassionante dell'esploratore portoghese che mi ha molto soddisfatta per accuratezza, obiettività e perché racconta anche la fatica della ricerca, di rintracciare le versioni più vicine alla verità di fatti storici che si mescolano non solo a leggende e pettegolezzi, ma sono spesso filtrate dalle opinioni di chi le riporta.


Sempre l'anno scorso ho abbandonato una lettura. Ci sono libri che non sono proprio capolavori, ma restano comunque piacevoli da leggere, questo assolutamente no. Si tratta di Groupie, ragazze a perdere di Barbara Tomasino. Doveva essere un saggio sulla figura, mitizzata quanto denigrata, delle giovani donne che accompagnavano le rockstar in tour, un fenomeno legato alla scena musicale nato intorno agli anni Sessanta. L'avevo acquistato perché da appassionata di rock mi intrigava un approfondimento sul "dietro le quinte" di un mondo che mi ha sempre affascinata. Sono rimasta molto delusa.
È solo la mia opinione, ma da un saggio mi aspetto che mi spieghi oltre a raccontare. L'autrice, invece, dà talmente tante cose per scontate che a un certo punto mi sono stufata di dovermi documentare su Internet ogni cinque righe per poter seguire il filo del suo discorso. Ho detestato tutte le volte che scrive "come il famoso caso di..." senza riportare il famoso caso perché sarà famoso per lei che è un'esperta, ma se io l'avessi già conosciuto non avrei avuto bisogno del suo libro. Per interi capitoli non si fa altro che girare intorno alla questione. È lecito, anzi necessario, descrivere in quale epoca e ambiente si è sviluppato il fenomeno, ma a due terzi di libro ancora non avevo trovato una sola storia personale di groupie che andasse oltre un paragrafo. Per pagine e pagine si parla di musicisti, stilisti, artisti, locali e perfino di negozi intorno ai quali gravitavano queste ragazze, senza mai arrivare al punto, senza che una ragazza entrasse in scena da protagonista, senza entrare nei camerini a sbirciare cosa accadeva dietro lo spettacolo. Non ho finito di leggere il libro e sono pure pentita di aver sprecato tempo fino a pagina 209 di 318, e una dozzina sono fotografie, perché dell'argomento so quanto prima.

Ho cominciato l'anno nuovo facendomi ammaliare dall'aspetto di un libro confezionato ad arte: La casa per bambini speciali di Miss Peregrine dell'americano Ransom Riggs. Ha una copertina fiabesca e inquietante allo stesso tempo, contiene immagini d'epoca ritoccate per aderire alla trama e contribuire all'atmosfera, perfino la carta, il carattere, il rivestimento interno sono parte della storia e questa cura mi è piaciuta molto. 
Prima di parlarvi del romanzo, però, apro una parentesi sul genere. Il mio rapporto con il fantasy è discontinuo. Trovo che in questo ambito se non si eccelle in qualità si rischia di cadere in facili cliché risultando noiosi e perfino ridicoli. A me piace questo genere inteso come fiaba per adulti che ricorre a elementi fantastici per raccontare qualcosa di più profondo, che per i piccoli è una morale, per i grandi è un argomento sul quale riflettere. Mi piace soprattutto quando il fantastico si mescola alla nostra realtà come nei libri di Neil Gaiman e, in misura minore, nella saga di Harry Potter. Mi piace anche l'ironia con cui è trattato da Terry Pratchett o Walter Moers. Sono meno attratta dai classici elfi e draghi e credo che, dopo Tolkien e il ciclo di Shannara di Terry Brooks, solo Martin con la sua serie di romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco abbia trovato qualcosa di nuovo da dire e una formula nuova per dirlo.

Tornando a Miss Peregrine, cosa ne penso? Carino, ma.
Lo stile dell'autore - e con gli stranieri non so mai in che misura imputarlo alla traduzione - non è nulla di speciale. Apprezzo che non si sia lasciato andare a troppi fronzoli privilegiando la semplicità, ma non c'è stato nessun paragrafo o frase particolarmente brillante, nulla che mi abbia fatto esclamare "Come scrive bene!" per intenderci. Può anche darsi che una scrittura così elementare sia una scelta per favorire la comprensione di una trama che voleva essere complessa, e forse lo è per un ragazzino. Proprio riguardo la trama, l'unica idea originale che ho trovato è quella degli anelli temporali dentro i quali si ripete sempre lo stesso giorno all'infinito. Tutto il resto mi ha ricordato qualcos'altro. Per esempio, la faccenda del nonno che racconta fatti incredibili tanto da esser preso per un anziano traumatizzato dalla Seconda Guerra Mondiale - e poi il nipote scopre che era tutto vero - mi ha fatto pensare al film Big Fish di Tim Burton, tratto anche quello da un libro, e lo stesso regista ha diretto la recente trasposizione di questo romanzo. Altro esempio: la scuola per bambini speciali è un rifugio per chi, a causa di un potere innato che va dall'invisibilità alla capacità di volare, viene discriminato o sfruttato dai "normali" e impara a convivere con la propria diversità, cioè esattamente quel che accade nella scuola per giovani dotati del Professor Xavier nei fumetti degli X-men. Insomma, ci avevano già pensato Stan Lee e Jack Kirby negli anni Sessanta.
Il romanzo di Riggs, quindi, non andrà nella lista dei preferiti, ma è stato un piacevole svago.

Cosa leggo adesso? Ho cominciato Va' metti una sentinella di Harper Lee, anche se dopo aver tanto amato Il buio oltre la siepe ho uno spillo di paura. È irrazionale, lo so, perché fosse anche una delusione non cambierebbe la mia opinione sul primo romanzo, eppure ne sento la puntura.
Ieri, però, mi sono trovata tra le mani Vado verso il Capo di Sergio Ramazzotti che avevo apprezzato con Afrozapping qualche anno fa. Ho cominciato pure quello perché non resisto alle cronache di viaggio e credo che lo finirò per primo. 


Bene, mi pare di aver parlato abbastanza delle mie letture, forse troppo, ma avevo un po' di pensieri arretrati che mi andava di appuntare sul blog. Avete letto qualcuno di questi libri? Cosa ne pensate?
Cosa state leggendo adesso? 

8 commenti:

  1. Ci sono un sacco di cose che vorrei leggere, ma sto scrivendo. Il prossimo credo che sarà Céline, con Viaggio al termine della notte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche la mia lista dei desideri è lunga e io sono una lettrice lenta. Finisci di scrivere, siamo tutti curiosi del risultato, poi avrai il permesso di leggere quel che scrivono gli altri ;)

      Elimina
    2. Fate male a essere curiosi: i miei cassetti sono molto capienti :)

      Elimina
    3. No, per essere realista dovresti essere capace di autovalutazioni obiettive e tu sei pessimo con te stesso, ma capisco che sia difficile essere imparziali allo specchio. Ti riesce meglio giudicare i lavori altrui, sei un ottimo consulente.
      Comunque, l'ambizione di scrivere per i cassetti è MIA, trovatene un'altra!

      Elimina
  2. Delle tue letture ho in comune Magellano, ma non vale, te l'ho segnalato io! :P E il bellissimo Tempesta di Vercel, che lo hai recensito tu.
    Un altro dei libri che hai segnalato e che vorrei leggere è Congo Inc. Ricordo la tua recensione e credo che sia un romanzo da leggere. Almeno come formazione, come testimonianza.

    Attualmente io sotto l'editing dell'editor e praticamente non leggo un romanzo intero, ma tutti a pezzetti. In pratica consulto i romanzi. Per la serie come aveva risolto quel passaggio Franzen? E in Stoner come era stata resa una determinata scena? E quel giallo? E quel thriller?
    Insomma, gli autori amati un po' sono di conforto, un po' ti aiutano a migliorare la scrittura.
    E io comunque aspetto lunedì. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per fortuna (?) io riesco ancora a leggere da lettrice e non solo con l'occhio clinico e rapace da scrittrice. Si dice che ci sia un tempo per ogni cosa, questo non è il tuo tempo da lettore, ma da revisore :)

      Elimina