giovedì 5 gennaio 2017

A tende chiuse

E se smettessi? Se chiudessi questo blog? Se terminassi la pentalogia di Legione - mi fa male lo stomaco a lasciare le cose a metà - e non pubblicassi altro? Se a quel punto la scrittura tornasse a essere una faccenda privata?

Ci ho pensato spesso. Ci sono menti e penne migliori in giro, qualcuna qui nei dintorni, e alla gente sarebbe più utile leggere loro.

Ma poi anche per me, insomma. Questa smania di imparare a scrivere meglio, questo misurarmi in continuazione, questo svergognarmi in pubblico, questa sofferenza da insoddisfazione che ogni volta che metto un pensiero in parole mi pare più brutto e più piccolo di com'era nella mia testa, questa preoccupazione di piacere quanto chi piace senza sforzo perché è obiettivamente più bello e bravo di me e di tanti altri.

Dovrei scrivere come mi basta, quando posso stare in mutande e spettinata perché tanto le tende sono chiuse. Ah, che pace! 


E che bel calduccio accanto a questo falò ;)

4 commenti:

  1. Una delle domande più intelligenti che ho sentito porre da un ragazzo (in realtà era una ragazza) al suo mentore è stata: ma sapendo che ha scrivere ci sono persone migliori di noi – e non si riferiva a quelli "nei dintorni" ma a maestri veri come Dante, Manzoni, Foscolo, ecc. – con che coraggio possiamo avere la pretesa di farlo pure noi?

    A questa domanda il mentore rispose che è vero, ci sono persone migliore di noi in giro, non per questo dovremmo smettere di esistere.

    Se scrivi lo fai perché di piace e perché hai qualcosa da dire; diverso è chi scrive per l'ambizione di arrivare. Non si va da nessuna parte. Non c'è nessun posto a cui arrivare. La meta ultima della vita è la morte, e il viaggio conduce solo lì.

    Continua a scrivere, e non ti porre troppi problemi.

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    1. Non ho mai pensato di smettere di scrivere, ma soltanto di farlo pubblicamente. Se dal post non è chiaro, allora non scrivo tanto bene :)

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  2. Scrivi pubblicamente solo a me, in privato. Gli altri non son degni di te, di noi.

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