Quando ho cominciato a scrivere River, ci pensavo come a un unico romanzo
ed ero così soddisfatta delle idee che man mano inserivo nella trama che
parlandone con gli amici lo chiamavo “il capolavoro mondiale”. Conteneva molti dei temi che mi appassionano di
più: scienza, storia, catastrofi naturali, misteri, personaggi ai quali
mettere in bocca le mie riflessioni sulla vita, i luoghi che ho visitato
durante i miei viaggi. Quella storia era me, nei mille modi in cui sono me.
A un certo punto, però, mi sono resa conto che non ci sarebbe stato abbastanza
spazio per raccontare i mille aspetti di me e tutte le mie materie preferite,
River non poteva diventare un’enciclopedia di Simona e poi, sommerso da troppi
argomenti differenti, il lettore non li avrebbe apprezzati come avrei voluto. È
stato allora che, tra mucchi di foglietti di appunti che non volevo scartare,
ho trovato la soluzione proprio nell’idea centrale del romanzo:
un’organizzazione segreta millenaria con membri in tutto il mondo era perfetta
per trattare qualsiasi questione in qualsiasi ambientazione storica e
geografica traendone più di un libro.
Per portare avanti una serie serve
innanzitutto organizzazione perché, anche se ogni trama segue il proprio
percorso, bisogna stare attenti ai tempi che si intrecciano. Un’invenzione
realizzata dagli scienziati legionari in una certa epoca non può esistere
prima, lo stesso personaggio non può apparire in un certo luogo e in un certo
momento se in un altro libro si trova altrove nello stesso momento, nessuno può
conoscere un fatto o una notizia prima che accada o gli venga rivelata. Per
questo mi affido a uno schema che riporta in ordine eventi e date di ogni trama,
una pratica che mi è stata molto utile per evitare incongruenze, ma in qualche
caso mi ha anche limitato imponendomi un percorso tracciato quando non pensavo
a Legione come una serie. Tuttavia, trovare gli incastri perfetti, ragionandoci magari per settimane, dà soddisfazione.
Ho deciso a priori che mi sarei fermata al quinto libro perché le serie
troppo lunghe mi sanno sempre un po’ di telenovela e poi non voglio restare
legata a un solo progetto quando ho già mille idee per altri romanzi e
racconti. Perché cinque? È un numero che mi piace e ricorre casualmente in
diverse questioni che mi riguardano. Non intendevo comunque creare una saga del
tipo che per sapere come va a finire la storia bisogna aspettare un anno (se va
bene), così ho deciso di raccontare tante
storie autoconclusive dedicate a diversi protagonisti. A certi personaggi mi
sono affezionata e li ho ripresi in più di un episodio mostrandoli al lettore
in momenti diversi della loro vita. Se siete arrivati al terzo volume potete
capire a cosa mi riferisco, ma per gli altri non posso approfondire altrimenti
diventa spoiler.
L’ultimo libro di Legione segnerà quindi una fine netta e
irreversibile anche se dovessi realizzare il volume spin-off. In fondo, domani è un altro giorno e il capolavoro mondiale arriverà.
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