venerdì 9 dicembre 2016

L'antisuccesso

fino all'8 gennaio all'Arengario di Monza

Ho visitato la mostra fotografica dedicata a Vivian Maier e mi ha fatto ripensare alla questione di fare arte solo allo scopo di condividerla o venderla.

Vivian Maier ha tenuto segreta la sua passione per tutta la vita. Scattava per sé e forse non si rendeva nemmeno conto del proprio genio. Le centinaia di negativi e rullini che conservava in un deposito finirono all'asta nel 2007 perché smise di pagare l'affitto. A recuperarli, comprenderne il valore e diffonderli attraverso il web e mostre in tutto il mondo, fu il figlio di un rigattiere.

Così le sue foto sono arrivate fino a me e mentre le osservavo pensavo a questa donna misteriosa, solitaria, che non parlava mai di sé, che nel tempo libero dal lavoro di governante prendeva un treno e andava a fotografare le vite degli altri, poi le inscatolava. 


Pensavo anche a quali meraviglie è riuscita a tirar fuori da un'attrezzatura scomoda e antiquata che non ammetteva errori e ritocchi.


Pensavo che avrebbe potuto vivere di successo, mentre è morta di debiti. 



Pensavo che forse è stata felice così. 
Io sono felice quando scrivo. Mi piace farlo seriamente, ma anche solo per distrarmi, quando ho voglia di allontanarmi da certi pensieri o approfondirne altri. E mi distraggo al punto che per ore dimentico la vita reale, dimentico di mangiare, dimentico di guardare l'orologio. Come Vivian, quando imbracciava la macchina fotografica.



4 commenti:

  1. Come il successo, l'antisuccesso è un obiettivo perseguibile. Direi che in tempi dove tutti puntano al successo riconoscibile e riconosciuto, l'antisuccesso diventa decisamente naif. Quindi ci piace.

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    1. Ci piace. È una scelta forse non ragionata che ci fa riflettere.

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    2. Che bello. Hai quindi visitato la mostra. Ho visto alcuni scatti attraverso il trailer. Che meraviglia. È incredibile la storia di questa babysitter.Quanto mi piacerebbe vedere le sud foto da vicino. :)

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    3. Ciao Tiziana, è affascinante la storia della sua vita, ma anche tutte le storie che ha raccontato attraverso le foto catturandone un istante. Mi vengono in mente gli scatti a un poliziotto che litiga con una casalinga e quelli a un ubriaco addormentato in un carretto che sembrava uscito da una rissa. Si potrebbe scrivere un racconto per ogni fotografia e sono migliaia.

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