lunedì 28 settembre 2015

In difesa del lettore

In Italia si legge poco e questi pochi lettori sono le prede alle quali mirano autori ed editori come in una riserva di caccia. Si fanno statistiche e analisi per conoscere i gusti del “lettore medio”, questa creatura mitologica sulla quale circolano leggende metropolitane appassionanti quanto i libri che le diamo in pasto.
Il numero totale di lettori è dato dalla somma di diverse nicchie, concentrate su un genere specifico, più una gran quantità di onnivori. Si dice che la maggior parte di questi leggano spazzatura, ma io trovo che sia già una bella cosa che una ragazzina scelga di comprare un libro, anche se sui vampiri innamorati, invece che l'ennesima borsetta. Un libro è un libro, che si tratti di svago, studio, moda o capolavoro, a me piace vedere gente con un libro in mano anziché un cellulare.

Si comincia sempre con qualcosa di semplice e si scopre che tra quelle pagine fitte di parole si trovano meraviglie, poi, crescendo, si può alzare il livello, ma leggere non è mai una perdita di tempo. Ho un'amica, forse la lettrice più accanita e onnivora che conosca, che ha cominciato prendendo in prestito gli Harmony dalla collezione di una zia. Da lì in poi, ha letto centinaia di libri, da Asimov ad Alberto Angela e, quando non aveva più spazio in casa, è andata in biblioteca e ne ha presi altri. 

Una volta scoperto il piacere della lettura, si formano il proprio gusto e metro di giudizio, leggendo autori diversi si fanno paragoni, si riconoscono generi e stili e si scelgono i propri preferiti.
Il lettore medio è forse meno medio di quanto sembri. Può comprare per curiosità il titolo spazzatura di successo, ma sa essere critico. Le crociate degli intellettuali contro la letteratura d'intrattenimento non lo sfiorano nemmeno, è più aperto alle novità di quanto lo siano gli editori e meno stupido di quanto credano certi autori improvvisati convinti di potergli propinare qualsiasi boiata.

Mi dispiace sentirmi discriminata e giudicata perché pubblico autonomamente i miei libri con Amazon e so di essere circondata da tante schifezze, sgrammaticate e mal confezionate, che oscurano il mio impegno, ma alla fine è il lettore a decidere, è la sua opinione quella che conta e le boiate non faranno molta strada. Per quanto mi riguarda, l'opinione dei miei lettori è più che positiva e, quindi, non importa se altri non prendono nemmeno in considerazione la possibilità di leggere i miei libri solo perché pubblicati da indipendente. Il lettore vero va oltre i pregiudizi, si fa catturare da altro e, anche se inciampa nella pubblicità, sa scegliere.

Qualcuno può aver comprato il primo Legione per curiosità, perché costava poco, perché intrigato dalla quarta di copertina e per mille altri motivi giusti o sbagliati. Quando, però, ha scelto di comprare il secondo l'ha fatto con coscienza e se adesso aspetta il terzo significa che apprezza il mio lavoro. Sarà forse un numerino nella somma delle nicchie, ma ha scelto me, più di una volta.

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