Ripensando alle vignette di Primati, mi è venuta voglia di tornare in quei luoghi selvaggi e meravigliosi e di parlarvi di due argomenti sui quali ho imparato molto viaggiando: l'uomo e la natura.
Ho tanto da dire, quindi dividerò i miei pensieri in due post, cominciando oggi con il fattore umano.
Mi presento sempre come scrittrice e viaggiatrice perché sono le mie due grandi passioni a definirmi. Avventure inventate e vissute sono ciò che riempie la mia vita e le due cose sono talmente legate da fondersi. Scrivo anche mentre sono in viaggio, ma da casa viaggio scrivendo.
Ho tanto da dire, quindi dividerò i miei pensieri in due post, cominciando oggi con il fattore umano.
Mi presento sempre come scrittrice e viaggiatrice perché sono le mie due grandi passioni a definirmi. Avventure inventate e vissute sono ciò che riempie la mia vita e le due cose sono talmente legate da fondersi. Scrivo anche mentre sono in viaggio, ma da casa viaggio scrivendo.
Di
conseguenza è normale che nelle interviste mi chiedano quanto ci sia
dei miei viaggi nei romanzi che scrivo. La risposta è: tantissimo.
Non si tratta solo di descrivere i paesaggi che ho ammirato, ma anche delle sensazioni e riflessioni che hanno
ispirato, delle persone che ho incontrato, ognuna con un modo
diverso di intendere la vita e un diverso punto di vista sul nostro
mondo, delle creature e dei panorami che ho avuto la fortuna di
osservare perché la natura ha una fantasia illimitata. Passeggiare
per il pianeta allarga gli orizzonti della mente almeno quanto
leggere, per questo rinuncio facilmente ad accumulare inutili beni
materiali, preferendo spendere i miei soldi in viaggi, ebook e libri.
stazione thailandese |
Viaggiando
ho conosciuto la bellezza della natura e di culture lontane dal
nostro quotidiano. Ho provato il brivido dell'aspettativa, ho
superato qualche paura, ho abbattuto molti pregiudizi, ho
sperimentato il puro stupore, ho spostato in avanti i miei limiti, ho
trovato ospitalità da chi non aveva nulla da offrire, ho conosciuto
e supportato persone che dedicano la loro vita a difendere gli
ambienti, le culture e gli animali che stanno scomparendo. Sembra retorico, ma viaggiare ti cambia.
C'è
anche un rovescio della medaglia, ovviamente. Mi sono spesso scontrata con gli
aspetti peggiori dell'umanità: frontiere chiuse a causa delle nostre
stupide guerre, panorami deturpati da un progresso sregolato e non
richiesto, animali costretti a vivere in riserve sempre più
ristrette, sporcizia, miseria, razzismo, mancanza di rispetto per il
pianeta e chi lo abita. Ho visto le atrocità che la nostra specie è
in grado di commettere ed è scoraggiante, fa perdere la fiducia in
un futuro migliore.
Racconto
anche questo nei miei romanzi. Per quanto siano storie di fantasia,
certe riflessioni e situazioni vissute in viaggio entrano per forza
nelle trame, nei dialoghi e nei pensieri dei personaggi. Poi, dall'osservazione della realtà sconfino nel fantastico, ma è il mio modo di prolungare il viaggio oltre i limiti geografici.
Riporto qualche esempio per mostrarvi quanto la visione del mondo che abbiamo dalla nostra scrivania, quella che ci passa la tv, sia ristretta e distorta rispetto a quanto davvero accade là fuori. Nel bene e nel male.
Riporto qualche esempio per mostrarvi quanto la visione del mondo che abbiamo dalla nostra scrivania, quella che ci passa la tv, sia ristretta e distorta rispetto a quanto davvero accade là fuori. Nel bene e nel male.
Nel
2012 mi trovavo in Sudafrica con il mio compagno, a Cape Town. In
genere evito le città perché i miei viaggi hanno sempre scopi
naturalistici, ma siamo costretti a passarci per raggiungere altre
mete. Malgrado l'eccezionale lavoro di Nelson Mandela, che attraverso
indicibili sacrifici è riuscito a eliminare le leggi sull'apartheid,
la segregazione razziale è ben lontana dall'essere estirpata dalla
mentalità di gran parte dei sudafricani bianchi. Il Sudafrica non è
la civile ed evoluta nazione che ci si aspetta: la violenza sulle
donne è una piaga sociale di proporzioni enormi, il razzismo è
ancora ben radicato e presente, c'è un poliziotto a ogni angolo di
strada, le case hanno mura sormontate da filo spinato e vigilanza
armata, le baraccopoli abitate dai neri si estendono per chilometri e
noi eravamo gli unici due bianchi a prendere l'autobus.
Quando,
in un bar, abbiamo chiesto dove si trovasse la fermata, un uomo ci ha
consigliato di chiamare un taxi e si è perfino offerto di
accompagnarci con la sua auto pur di evitarci il contatto con i neri
che si spostano sui mezzi pubblici. A parte il fatto che l'autobus
era dieci volte più economico del taxi e noi siamo sempre a corto di
soldi, il fatto che avremmo evitato il traffico grazie alle corsie
preferenziali e il fatto che per pulizia e puntualità i mezzi
sudafricani sono solo da invidiare... Sei serio? Stai offrendo un
passaggio a due turisti stranieri che potrebbero essere ladri o
assassini solo perché siamo bianchi? Da quel giorno abbiamo sempre
preso l'autobus e ha funzionato alla grande.
Ma non è finita.
Sempre
in autobus, siamo andati a Capo di Buona Speranza perché ci
trovavamo lì per osservare i pinguini della penisola e raggiungere
il punto più a sud del continente africano, dove si incontrano gli
oceani Atlantico e Indiano. Dopo c'è solo l'Antartide e il paesaggio
è stupefacente.
Al ritorno, eravamo su un bus turistico con un gruppo di stranieri, tutti bianchi, e un autista bianco che, mentre oltre i finestrini sfilava una delle immense baraccopoli (chiamate elegantemente township) che si allargano intorno all'autostrada, ci chiese se volessimo visitare il ghetto. Di nuovo: sei serio? In Sudafrica si organizzano tour per osservare la miseria in cui vivono i neri, come povere bestie allo zoo. “È una gita culturale” disse lui, insistendo “Guardate che non stanno male, hanno perfino l'elettricità! Se volessero, potrebbero vivere in città, ma sono loro che preferiscono stare nelle township.”
Io e il mio compagno ci scambiammo sguardi allibiti. Come si può discutere con gente convinta che una cosa simile sia normale? Declinato l'invito, poco dopo, abbandonammo il Sudafrica.
Lascio a voi le riflessioni del caso, ma preciso che, anche se la maggioranza dei bianchi, purtroppo, la pensa come l'autista e l'uomo del bar, non vale per tutti. In Zambia abbiamo stretto un'amicizia che dura ancora oggi con un ragazzo bianco di Cape Town fuggito da quella mentalità, innamorato della natura, che fa la guida turistica tra Zambia, Mozambico, Namibia e Botswana. Tutte nazioni che chiamano il Sudafrica “lo zoo”, non solo perché nei suoi parchi è possibile cacciare gli animali a pagamento, ma anche perché riservano lo stesso trattamento alle persone. Dunque, il Sudafrica non è il paradiso dei viaggi di nozze che raccontano gli spot delle agenzie di viaggi.
Ma non è finita.
pinguini sulla spiaggia |
Al ritorno, eravamo su un bus turistico con un gruppo di stranieri, tutti bianchi, e un autista bianco che, mentre oltre i finestrini sfilava una delle immense baraccopoli (chiamate elegantemente township) che si allargano intorno all'autostrada, ci chiese se volessimo visitare il ghetto. Di nuovo: sei serio? In Sudafrica si organizzano tour per osservare la miseria in cui vivono i neri, come povere bestie allo zoo. “È una gita culturale” disse lui, insistendo “Guardate che non stanno male, hanno perfino l'elettricità! Se volessero, potrebbero vivere in città, ma sono loro che preferiscono stare nelle township.”
Io e il mio compagno ci scambiammo sguardi allibiti. Come si può discutere con gente convinta che una cosa simile sia normale? Declinato l'invito, poco dopo, abbandonammo il Sudafrica.
Lascio a voi le riflessioni del caso, ma preciso che, anche se la maggioranza dei bianchi, purtroppo, la pensa come l'autista e l'uomo del bar, non vale per tutti. In Zambia abbiamo stretto un'amicizia che dura ancora oggi con un ragazzo bianco di Cape Town fuggito da quella mentalità, innamorato della natura, che fa la guida turistica tra Zambia, Mozambico, Namibia e Botswana. Tutte nazioni che chiamano il Sudafrica “lo zoo”, non solo perché nei suoi parchi è possibile cacciare gli animali a pagamento, ma anche perché riservano lo stesso trattamento alle persone. Dunque, il Sudafrica non è il paradiso dei viaggi di nozze che raccontano gli spot delle agenzie di viaggi.
Durante un temporale in Borneo, questi signori ci hanno offerto riparo nella loro capanna |
Al
contrario, molti luoghi dipinti come dimora di orchi assetati di
sangue e soldi, sono invece esempi di ospitalità, generosità e
convivenza pacifica di diverse culture, tradizioni e religioni.
A Livingstone, in Zambia, si passeggia tranquillamente la sera, nessuno ti infastidisce e tutti ti sorridono. In Indonesia, molti villaggi hanno una chiesta cristiana, una moschea e una capanna per lo stregone nella stessa via. Chiesa e moschea hanno portato strade e scuole, ma per le questioni importanti ci si rivolge allo stregone. Sull'isola di Bali, al mercato di Ubud, girano donne musulmane velate a braccetto con donne induiste che portano fiori e riso in offerta agli dei. In Messico, nella Bassa California, dove sono andata con due amiche per vedere le balene, abbiamo percorso la penisola in auto per dieci giorni; tre donne sole, senza mai un problema, anzi con l'aiuto disinteressato della gente del posto. In Thailandia, il barista di un paesino sperduto che non parlava inglese, non riuscendo a darci le indicazioni stradali che stavamo chiedendo, ha lasciato il bar per accompagnarci al punto in cui fermavano i taxi collettivi.
A Livingstone, in Zambia, si passeggia tranquillamente la sera, nessuno ti infastidisce e tutti ti sorridono. In Indonesia, molti villaggi hanno una chiesta cristiana, una moschea e una capanna per lo stregone nella stessa via. Chiesa e moschea hanno portato strade e scuole, ma per le questioni importanti ci si rivolge allo stregone. Sull'isola di Bali, al mercato di Ubud, girano donne musulmane velate a braccetto con donne induiste che portano fiori e riso in offerta agli dei. In Messico, nella Bassa California, dove sono andata con due amiche per vedere le balene, abbiamo percorso la penisola in auto per dieci giorni; tre donne sole, senza mai un problema, anzi con l'aiuto disinteressato della gente del posto. In Thailandia, il barista di un paesino sperduto che non parlava inglese, non riuscendo a darci le indicazioni stradali che stavamo chiedendo, ha lasciato il bar per accompagnarci al punto in cui fermavano i taxi collettivi.
Hilo è una carinissima cittadina
hawaiana che ha fatto da base alle nostre escursioni nel parco nazionale dei
vulcani di Big Island, uno dei luoghi più belli che abbia visitato con
il mio compagno. Hilo è pulita, ordinata, piena di verde, ma
passeggiando nelle sue viette piene di negozi ci siamo imbattuti in
un'armeria, tanto per ricordarci che anche le Hawaii fanno
parte degli Stati Uniti. Fucili e pistole stridevano in maniera
assordante con la bellezza naturale dell'isola. Spesso l'uomo stride
in questo modo con la bellezza naturale del pianeta ed è una
sensazione che non posso tener fuori dai miei libri. Viaggiare,
dunque, ha un peso su ciò che scrivo perché ha un peso sui miei
pensieri.
La prossima volta vi racconterò del fattore natura che, al contrario dell'uomo, non mi ha mai delusa. Prometto di non dilungarmi come ho fatto oggi, anzi, per una volta, lascerò parlare le immagini.
Nessun commento:
Posta un commento