Non saranno bellissime,
non rispetteranno i canoni della grafica, non attireranno
l'attenzione, ma ho seguito delle regole personali.
Tutte le copertine dei
miei libri sono realizzate da me con Photoshop, programma che ho
imparato a usare ai tempi del mio primo lavoro in una copisteria.
Amici più esperti, col tempo, mi hanno svelato qualche trucco per sfruttarlo meglio e poi
mi diverto a cliccare sui vari strumenti e vedere cosa succede.
Immagini
Ho scelto immagini di
panorami tra le foto scattate durante i miei viaggi, a volte
montandole fra loro e giocando un po' con i filtri e le regolazioni
di colore. Ogni foto ricorda l'ambientazione del romanzo o di una sua
parte.
Quella di Legione River,
per esempio, viene dal mio viaggio in Sudafrica e l'ho scelta perché
sullo sfondo c'era una grossa nave che potrebbe essere una delle
Comete, la flotta della Legione Segreta. Ho poi aggiunto i fulmini
per rappresentare le tempeste che permettono ad Aurora di passare
dall'aldilà alla realtà.
Su quella di Gabriel ci sono delle cime innevate, riprese durante il classico giro con il trenino rosso del Bernina, che possono essere sia il monte che cela la base segreta sulle Alpi, sia le Ande dove si trova il laboratorio con la macchina del tempo.
Su quella di Gabriel ci sono delle cime innevate, riprese durante il classico giro con il trenino rosso del Bernina, che possono essere sia il monte che cela la base segreta sulle Alpi, sia le Ande dove si trova il laboratorio con la macchina del tempo.
Per Il Guardiano ho usato
lo scatto di una gita in Val Masino nel quale il paesaggio, boschi e
montagne come a Cressidora, si specchia nell'acqua di quello che
potrebbe essere il lago davanti alla villa maledetta.
La Città dei Sette Ponti di Ninna Nanna per Lucifero è, in realtà, una veduta serale di Melbourne che ho scattato in Australia nel 2010.
La Città dei Sette Ponti di Ninna Nanna per Lucifero è, in realtà, una veduta serale di Melbourne che ho scattato in Australia nel 2010.
Sulle mie copertine non
compaiono i personaggi perché voglio lasciare il loro aspetto
all'immaginazione del lettore, anche se guidata dalle mie
descrizioni. Personalmente, non amo le copertine con i primi piani
dei protagonisti, soprattutto se sono fotografie e non illustrazioni.
Ho fatto un'eccezione solo per l'orango Gianni su Di passaggio in
Indonesia, ma quello è un libro di viaggio autobiografico e il
lettore si trova in un'ambientazione reale.
Titolo e autore
Il carattere che avevo
usato per il titolo del primo libro di Legione, è sparito dalla
lista di Photoshop, facendomi disperare perché volevo mantenere lo
stesso per ogni episodio, cambiando solo il colore per adattarlo
all'immagine di copertina. Ho potuto copiare la scritta Legione, ma
per il nome del protagonista, che fa da sottotitolo, sono stata
costretta a cambiare font. Ne ho cercato uno simile, ma il risultato
non mi soddisfa del tutto. Trattandosi di una saga, è importante,
per me, che il titolo renda riconoscibile ogni volume come parte di
una serie. Forse, un giorno, le modificherò in blocco.
Il titolo è in primo
piano, mentre l'autore è più piccolo e in posizione defilata. Non
sono Stephen King, quindi mettere in risalto il mio nome non serve ad
attirare lettori. Inoltre, il mio nome e cognome sono così diffusi
da sembrare uno pseudonimo studiato per mantenere segreta la mia
identità. Idea intrigante, tra l'altro.
Quarta di copertina
Per le edizioni cartacee
ho dovuto impostare anche la facciata posteriore della copertina.
Sono andata sul classico: trama in alto e note sull'autore in basso.
Ho riflettuto un po' sulla scelta di mettere anche una mia foto, poi
ho deciso di “metterci la faccia” anche se in realtà la faccia
si vede poco. Non volevo cambiare la mia foto per ogni libro perché,
intanto, non è una sfilata di moda e, soprattutto, vorrei che il
lettore mi identificasse con una sola immagine e mi riconoscesse,
volume dopo volume. Di conseguenza, ho optato per una foto di me
mentre scrivo perché mi è sembrata più neutra rispetto a un primo
piano sorridente. Non si può uscire dall'atmosfera tragica di un
racconto come Il Guardiano e trovarsi davanti un faccione sorridente.
Nelle pose serie mi trovo ridicola e, in generale, non sono molto
fotogenica. Sto pensando, per le prossime copertine, di mettere la
stessa foto in bianco e nero perché, a ben guardare, quella canotta
arancione è un po' forte. Che ne dite?
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