giovedì 17 marzo 2022

GRINGOS di Clara Nieto


I nostri libri scolastici si soffermano appena sulla storia degli altri continenti, anche perché non ci sarebbe il tempo di approfondire le vicende di tutte le nazioni del mondo. Per fortuna, per chi è interessato, esistono molti altri libri che raccontano quello che ci siamo persi.

Gringos è un volume giustamente corposo che mette ordine nella complicata e turbolenta storia dell’America latina dagli anni Cinquanta ai primi Duemila. Il resoconto di Clara Nieto è preciso e imparziale, mette semplicemente a confronto le dichiarazioni dei vari politi coinvolti con le loro azioni, le parole e i fatti di cronaca. Riporta la storia attraverso diversi occhi e diverse fonti: giornalisti di varie fazioni, rapporti ufficiali, articoli apparsi sui quotidiani dell'epoca, interviste, relazioni delle discussioni all’ONU, testimonianze, documenti de-secretati negli anni successivi.

Quella dell'America Latina è una storia di dittature sanguinarie che l'autrice descrive anche nei dettagli più raccapriccianti: diritti umani calpestati, crimini impuniti, disperazione e ribellione, bugie e complotti, sviluppo economico e sociale negato e osteggiato in nome degli interessi degli Stati Uniti. Pagina dopo pagina mi sorprendevo della crudeltà dell’uomo nel considerare mezzo continente solo una terra da depredare e un insieme di popolazioni da sfruttare senza alcun ritegno e mi sono resa conto che con il passare dei decenni, dei presidenti, dei partiti, nulla cambiasse nella visione degli Stati Uniti verso verso il cono sud del loro continente. Per quanto la percezione che ne avevamo da questa parte dell'oceano fosse - e sia ancora oggi - diversa a seconda di come le informazioni ci venivano presentate o nascoste, trovo incredibile come il resto del mondo fingesse di non accorgersi di ciò che accadeva davvero ai cittadini, limitandosi a credere a quello che raccontavano i politici. Per quanto riguarda le nazioni europee, immagino che non si siano mai schierate contro gli Stati Uniti, non tanto per timore di ritorsioni, quanto per la consapevolezza di essersi comportate allo stesso modo con l'Africa e sarebbe stato ipocrita accusarli degli stessi crimini e delle stesse scorrettezze.

Certi dittatori, saliti al potere con il supporto della CIA, diventavano poi talmente avidi e ubriachi di potere che nemmeno gli Stati Uniti riuscivano più a destituirli, pur ricorrendo al solito giochetto di accusarli di comunismo durante la Guerra Fredda. I loro stessi burattini gli si rivoltavano contro e dovevano spendere milioni e milioni di dollari per armare i rivoluzionari, progettare attentati e colpi di stato, corrompere i nuovi politici, comprare voti per pilotare le elezioni e poi spenderne altri per sedare le rivolte da loro stessi fomentate. 

Grazie a questo libro ho capito cosa è successo, ma continua a sfuggirmi il senso. Non ha nessuna logica economica spendere in complotti, armi e corruzione enormemente di più di quanto si guadagni dallo sfruttamento delle risorse e dei lavoratori, quindi deve essere solo un gioco di potere, solo fare i bulli con le nazioni più deboli. Continuo a non capire in che modo sostenere delle dittature che sterminano e affamano i popoli sarebbe più vantaggioso che commerciare con stati alleati, è una politica che a lungo termine non porta guadagni e diventa anzi più costosa perché è naturale e prevedibile che dopo un po’ i cittadini si ribellino. Se solo ogni nazione potesse scambiare le proprie ricchezze con quelle altrui in un mercato equo, quanto benessere raggiungerebbe le persone lasciate sempre per ultime.

Le nazioni del centro e sud America non hanno avuto la possibilità di scrivere la propria storia, di perseguire il proprio sviluppo, il proprio successo o fallimento perché tutto doveva andare come decideva Washington; mi fanno pensare a bambini mai cresciuti perché ostaggio di un tutore despota che non aveva con loro nemmeno un legame di sangue. A ogni capitolo mi domandavo come sarebbe andata la storia se solo una delle decisioni politiche degli Stati Uniti fosse stata respinta, se l'ONU si fosse opposta a certe azioni che violavano palesemente la sovranità degli altri popoli. Sono guerre di parole, dicevano “intervento” anziché “invasione” e tutto andava a posto perché seppure il mondo intero si proclamasse "indignato" e deplorasse pubblicamente la politica estera degli Stati Uniti, di fatto nessuno ha difeso o supportato l'America Latina.

Quindi questo è un libro da leggere assolutamente, non solo per conoscere la storia del Sudamerica, ma il funzionamento della politica in tutto il mondo perché il giochetto del colonialismo è lo stesso ancora oggi, anche se gli diamo altri nomi. Per quanto le 513 pagine possano scoraggiare, vi assicuro che la lettura è talmente interessante che scorreranno sotto i vostri occhi come un film facendovi appassionare, arrabbiare, spaventare, riflettere. Dobbiamo conoscere il mondo in cui viviamo e Clara Nieto ha allargato moltissimo il mio orizzonte


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