Non
pare anche a voi che quando scrivo sull'altro blog la mia voce sia
diversa?
Sono
sempre io, ma a parlare è un lato di me che per la testa ha
tutt'altro che la scrittura. Forse si tratta di quello scrivere di
getto, quell'istinto di lanciare il messaggio senza preoccuparsi in
anticipo della forma. Eppure non è un raccontare senza filtri perché
penso a cosa raccontare e cosa omettere. Credo che la diversa voce
dipenda dal diverso interlocutore: la “scrittrice” parla a un
lettore, il suo lettore ideale, ma comunque uno sconosciuto; la
viaggiatrice parla ai suoi amici rimasti a casa e qualche volta ad
altri viaggiatori che, seppure sempre sconosciuti, sento più vicini
di un ipotetico lettore dei miei romanzi.
Ha senso per voi? Oppure ho un disturbo della personalità?
Delirio, Bill Sienkiewicz per Neil Gaiman
Intanto a me viene più spontaneo scrivere alla viaggiatrice. Sarò una degli amici rimasti a casa? ☺️
RispondiEliminaVedi? Una delle mie voci ti attira di più. O è per l'argomento?
RispondiEliminaQuesta cosa è da analizzare seriamente, io non ne sono capace, ma la trovo interessante perciò chiedo pensieri agli altri.