Lorenzo
ha prenotato un volo Alitalia per Miami con il giusto anticipo per
risparmiare sul biglietto. Peccato che da Milano debba fare scalo a
Roma e gli è stato detto che in genere non si fa in tempo a
prelevare i bagagli dai voli in arrivo da Linate per caricarli sulla
coincidenza per Miami.
«Rimanga
nei pressi dell'aeroporto, il giorno dopo, la valigia, le arriva di
sicuro.»
«Mi prende in giro?»
«Guardi,
metà settembre è ancora estate, il personale è ridotto. Sa com'è.»
Il
giorno dopo ha scoperto che c'era un volo American Airlines da
Malpensa, tra l'altro più comodo da raggiungere da casa sua, diretto
per Miami, ma la sua prenotazione non era rimborsabile.
Quando,
durante una pausa caffè, ha annunciato che sarebbe andato in Florida
a metà settembre, gli ho fatto notare che da quelle parti è
stagione di uragani. E qui mi sono spesa in spiegazioni sulle
catastrofi naturali, con tanto di classi da tempesta tropicale a
uragano di categoria 5, ho chiarito la differenza tra uragano, che
nel Pacifico invece si chiama tifone, e tornado che è tutt'altra
cosa, come una perfetta discepola di Piero Angela. In sostanza gli ho
predetto che, oltre a ritrovarsi senza bagaglio, è probabile che si
imbatta in un tempo pessimo, tuttavia, dal momento che ha intenzione
di girare lo stato in macchina, potrà sempre evitare le zone più a
rischio. Mi piaceva, però, immaginarlo come quei reporter con la
mantellina gialla che svolazza nel vento a trecento chilometri orari
e si aggrappano al microfono, raccontando ai telespettatori del
peggior uragano del secolo, mentre alle loro spalle si vedono palme
piegate fino a terra e onde alte dieci metri che superano i
frangiflutti e si abbattono sulla strada. «Mandami un video così»
l'ho pregato.
Pensandoci
meglio, ci è anche venuto in mente che la rotta del suo aereo
dovrebbe attraversare il famoso Triangolo delle Bermuda. Allora l'ho
tranquillizzato: «Non importa se perdi la valigia e il meteo prevede
l'uragano Katrina, tanto per una distorsione spazio-temporale
atterrerai nel 1945» il che, per un grande appassionato di storia
come Lorenzo, potrebbe perfino essere interessante.
C'è
poi un altro potenziale problema: l'anno scorso Lorenzo è stato in
Russia, o meglio, in Urss, come gli piace raccontare. Questo
dettaglio, in clima di Russiagate, potrebbe non piacere al controllo
passaporti americano, dove un agente parlerà all'orecchio del
collega e poi si rivolgerà a Lorenzo con un serio: «Mi segua.»
«Posso
prima ritirare il mio bagaglio?»
«Ha
fatto scalo a Roma, non arriverà prima di domani.»
La
pausa caffè è finita, si torna in ufficio e alla realtà.
«Vedrai
che andrà tutto bene» gli dico «e non avrai niente di eccitante da
raccontarmi al tuo ritorno. Che palle!»
Lorenzo
mi fa un gestaccio. No, non è vero, è molto educato, aspetta sempre
che gli dicano «Avanti» quando bussa a una porta.
Penso
che si troverà bene in Florida, nel 1945.
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Comunque intanto passa Irma... |