In
Italia si legge poco e questi pochi lettori sono le prede alle quali
mirano autori ed editori come in una riserva di caccia. Si fanno
statistiche e analisi per conoscere i gusti del “lettore medio”,
questa creatura mitologica sulla quale circolano leggende
metropolitane appassionanti quanto i libri che le diamo in pasto.
Il
numero totale di lettori è dato dalla somma di diverse nicchie,
concentrate su un genere specifico, più una gran quantità di
onnivori. Si dice che la maggior parte di questi leggano spazzatura,
ma io trovo che sia già una bella cosa che una ragazzina scelga di
comprare un libro, anche se sui vampiri innamorati, invece che
l'ennesima borsetta. Un libro è un libro, che si tratti di svago,
studio, moda o capolavoro, a me piace vedere gente con un libro in
mano anziché un cellulare.
Si
comincia sempre con qualcosa di semplice e si scopre che tra quelle
pagine fitte di parole si trovano meraviglie, poi, crescendo, si può
alzare il livello, ma leggere non è mai una perdita di tempo. Ho
un'amica, forse la lettrice più accanita e onnivora che conosca, che
ha cominciato prendendo in prestito gli Harmony dalla collezione di
una zia. Da lì in poi, ha letto centinaia di libri, da Asimov ad
Alberto Angela e, quando non aveva più spazio in casa, è andata in
biblioteca e ne ha presi altri.
Una volta scoperto il piacere della
lettura, si formano il proprio gusto e metro di giudizio, leggendo
autori diversi si fanno paragoni, si riconoscono generi e stili e si
scelgono i propri preferiti.
Il
lettore medio è forse meno medio di quanto sembri. Può comprare per
curiosità il titolo spazzatura di successo, ma sa essere critico. Le
crociate degli intellettuali contro la letteratura d'intrattenimento
non lo sfiorano nemmeno, è più aperto alle novità di quanto lo
siano gli editori e meno stupido di quanto credano certi autori
improvvisati convinti di potergli propinare qualsiasi boiata.
Mi
dispiace sentirmi discriminata e giudicata perché pubblico
autonomamente i miei libri con Amazon e so di essere circondata da
tante schifezze, sgrammaticate e mal confezionate, che oscurano il
mio impegno, ma alla fine è il lettore a decidere, è la sua
opinione quella che conta e le boiate non faranno molta strada. Per
quanto mi riguarda, l'opinione dei miei lettori è più che positiva
e, quindi, non importa se altri non prendono nemmeno in considerazione
la possibilità di leggere i miei libri solo perché pubblicati da
indipendente. Il lettore vero va oltre i pregiudizi, si fa catturare
da altro e, anche se inciampa nella pubblicità, sa scegliere.
Qualcuno
può aver comprato il primo Legione per curiosità, perché costava
poco, perché intrigato dalla quarta di copertina e per mille altri
motivi giusti o sbagliati. Quando, però, ha scelto di comprare il
secondo l'ha fatto con coscienza e se adesso aspetta il terzo
significa che apprezza il mio lavoro. Sarà forse un numerino nella
somma delle nicchie, ma ha scelto me, più di una volta.
Nessun commento:
Posta un commento