domenica 21 agosto 2016

Ops!

Lo so, non dovrei essere qui oggi, ma è il giorno giusto per esprimere un certo pensiero.

Il poco sport che ho praticato nella mia vita è stato una costrizione. Sono impacciata e scoordinata, sono troppo volubile per impegnarmi in un'attività che richiede allenamento costante, non riesco a darmi delle regole, temo la competizione. Sono l'esatto opposto di uno sportivo.

Nonostante tutto questo lo sport mi affascina. Mi piace chi è disposto a sacrifici quotidiani per migliorarsi, ammiro lo spirito di squadra, apprezzo l'umiltà nell'accettare una sconfitta e il rispetto per l'avversario. 

In Italia, purtroppo, lo sport più seguito è quello che meno rappresenta certi valori. Il calcio moderno è giocato da uomini fragili come cristallo e altrettanto costosi, che somigliano più a popstar che ad atleti. Tutte le altre discipline, da noi, si chiamano "sport minori", perfino quelle nelle quali eccelliamo a livello mondiale.

Ogni quattro anni, però, si compie una magia: arrivano le Olimpiadi e i riflettori illuminano la faccia nascosta della luna sportiva. Atleti da ogni parte del mondo, da Paesi che non sappiamo trovare su una mappa, innalzano le bandiere degli "sport minori" e si sfidano in un'esplosione di passioni. Per quanti trofei e campionati esistano al mondo, per quante partite si giochino, per quante gare si disputino tra campi, piste e palestre ogni giorno, è alle Olimpiadi che si scrive la storia dello sport. È alle Olimpiadi che la fatica viene ripagata e si diventa campioni ed eroi agli occhi del mondo intero, anche senza medaglia. 

Questa è la mia visione romantica dello sport che in generale mi annoia, ma ogni quattro anni mi fa innamorare. Penso a quanta strada debba percorrere un atleta per arrivare alle Olimpiadi e la vedo nelle espressioni sui loro volti. Le Olimpiadi mi raccontano la tensione, la delusione, l'euforia, il sudore e lo sforzo dei muscoli, la determinazione che ha coltivato il talento. 
Non si tratta solo di successo o fallimento, si tratta di passione e ogni quattro anni mi siedo a osservare la festa della passione sportiva con tutte le storie personali che si porta dentro.

7 commenti:

  1. Sono pienamente d'accordo con te!
    Anche se neppure qui alle olimpiadi la "pulizia" è totale.
    Purtroppo!

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    1. Vero, Patricia. Il giro d'affari intorno allo sport rovina la poesia, ma sono una sognatrice e mi piace guardarne il lato romantico. Certe lacrime, certi sorrisi e certi sguardi si vedono solo alle olimpiadi e li trovo preziosi :)

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    2. Anche a me!
      Poi, sinceramente mi viene un certo magone quando sento il nostro inno e... rabbia quando vedo che i nostri atleti non lo cantano.
      Sarà fissata, lo sono di certo, però almeno in quel momento cantarlo...

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  2. Bellissimo post!!! parola di sportivo. . .

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  3. Hahaha! Grande Yuri. Il ciclismo però è noiosissimo da vedere :)

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  4. Dipende dalla tappe Simo...le battaglie in salita sono solitamente un bello spettacolo...sulle gare in piano,tranne la volata alla fine,potrei anche darti ragione:)

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