Nuovo appuntamento con
i protagonisti della serie Legione.
Il secondo libro racconta di Gabriel Walken, reclutatore per la Legione Segreta. Il suo compito consiste
nell'individuare potenziali nuovi membri e invitarli a mettere le
loro abilità al servizio dell'organizzazione. Ad aiutarlo nelle sue
missioni è il suo straordinario potere mentale.
Gabriel e la Porsche maledetta |
“Era ancora un mistero il motivo per cui la natura avesse fornito gli uomini di un organo così complesso e potente quando erano in grado di utilizzarne solo una minima percentuale, era come avere una Ferrari e andare a trenta all'ora. […] Gabriel Walken, fin da bambino, era in grado di guidare quella Ferrari al massimo delle sue prestazioni.”
Nel
libro, attivare un cervello all'estremo ha sull'uomo conseguenze
imprevedibili. Le sue percezioni sono amplificate, i suoi sensi
potenziati oltre la nostra immaginazione; telepatia, telecinesi e
altri fenomeni che chiamiamo paranormali sono per Gabriel
semplici funzioni come muovere una mano. La sua condizione gli
consente di entrare in risonanza con la natura.
“La coscienza e la materia avevano per lui lo stesso peso. Era consapevole di essere parte di un unico grande disegno vivo e in movimento, di una rete di connessioni fisiche e spirituali che legava ogni cosa e creatura. […] Percepiva le forze che fluivano dalla terra alle piante, dall'oceano ai pesci, dal cielo agli uccelli […] non c'era distinzione tra lui e una farfalla, non esisteva un limite tra lui e la sabbia di una spiaggia perché quei confini erano semplicemente frutto della cultura e non erano necessariamente reali, se si cambiava il proprio punto di vista.”
Il
legionario è, per sua stessa ammissione, uno spaccone. Guida la
leggendaria Porsche maledetta di James Dean, elude le regole della
Legione, agisce secondo leggi e valori personali, ama stupire con il suo potere ed è annoiato dalla gente
comune.
“Se ne avesse avuto voglia, a Gabriel non sarebbe costato alcuno sforzo fare per lei quello che stava chiedendo al suo sofisticato software, a mente e al doppio della velocità, ma non ne aveva voglia.”
Sempre
sospeso tra il suo lato umano e quello di creatura superiore, durante
la missione raccontata nel libro, Gabriel vive in altalena tra il
bene e il male della sua condizione perché anche le sensazioni di
gioia e dolore sono, per lui, più forti e travolgenti che per
chiunque altro. Vivere in un mondo di percezioni estese finisce per
isolarlo perché immerso in una realtà che gli altri non possono
comprendere.
“Essere Gabriel Walken era un privilegio meraviglioso, ma forse troppo da sopportare per un uomo.”
Nello
sviluppo della trama, il suo ruolo di protagonista è a volte
oscurato da un comprimario altrettanto affascinante: Oliver, leader
di un gruppo di ragazzi orfani coinvolti, loro malgrado, nella
missione del legionario. La storia di Oliver prende molto spazio nel
libro, creando un personaggio abbastanza forte da guadagnarsi il
quarto episodio della saga (quello che sto scrivendo adesso).
Gabriel,
invece, torna già sulla scena nel terzo volume, apparendo sia come
giovane reclutatore nel 1994 che nei capitoli ambientati nel 2013,
poco prima di partire per la missione raccontata nel suo libro.
Questi
salti e intrecci temporali, tanto apprezzati dai lettori di Legione,
mi permettono di mostrare i personaggi in diversi momenti delle loro
vite e collegare le loro storie una all'altra, tra passato e futuro,
in un unico grande disegno, come nella realtà i destini di diverse
persone si incrociano e si sfiorano in maniera più o meno
consapevole. Sì, gioco a tirare i fili del fato, ad annodarli, a
scioglierli, a tesserli in un complesso arazzo pieno di colori. Amo
avere questo potere!
Per
il prossimo post, finalmente una protagonista femminile: Susanna.
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