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sabato 28 novembre 2015

L'importanza della ricerca per un romanzo

Ogni libro della serie Legione segue le vicende di un diverso personaggio che s'intrecciano con le avventure di antichi colleghi. La scelta dei contesti storici nei quali ambientare le sotto trame è dettata semplicemente dal mio gusto personale. Tutti noi abbiamo delle “epoche preferite” e, scrivendo i diversi capitoli di Legione, mi piace inserire i personaggi negli eventi che hanno particolarmente colpito la mia immaginazione. In ogni libro, mi sposto nel tempo e nello spazio per includere fatti accaduti in ogni continente e in secoli differenti.

Naturalmente, questo esercizio richiede un certo studio per rendere verosimili le ambientazioni perciò leggo, guardo documentari e faccio ricerche sul web. Nell'ambientare vicende di fantasia in contesti storici reali, devo curare anche dettagli come abbigliamento, mezzi di trasporto e attrezzature tipiche dell'epoca scelta, ma anche adottare un linguaggio consono. Per esempio, le imprecazioni che possono sfuggire a un legionario del Settecento non sono le stesse che userebbe oggi. 
Cambia anche il tono della narrazione perché trovo che alcuni termini descrittivi siano più adatti a certi ambienti e periodi e contribuiscano a creare l'atmosfera del tempo, mentre per il presente tendo a uno stile più semplice e diretto.


Io su Anak Krakatau davanti ai resti della vecchia isola
Nel primo libro, Legione River, i flashback personali, riferiti agli anni delle missioni giovanili del protagonista, si alternano con la storia di una spedizione archeologica del 1883, durante la quale si perdono le tracce di cinque legionari. Ho scelto il 1883 perché è l'anno in cui esplose il Krakatoa. La storia dell'inabissamento dell'isola e del conseguente tsunami mi ha affascinato e spaventato fin da ragazzina, quando ne sentii parlare in un documentario. Da allora, film e libri sull'argomento hanno continuato ad appassionarmi finché, nel 2013, sono andata in Indonesia per visitare Anak Krakatau, figlio del Krakatoa, l'isola vulcanica emersa dall'antica caldera. Ho riportato in Legione la cronaca di quel catastrofico evento facendolo rivivere attraverso il diario di un legionario travolto dal cataclisma, diario che finirà nelle mani di River con grandi rivelazioni.
Un altro personaggio, Taylor, racconta, invece, il genocidio in Ruanda nel 1994. Annovera il sanguinoso periodo tra le guerre dimenticate, quelle che sono sotto gli occhi di tutti, ma non interessano a nessuno, mentre il legionario, come chiunque si trovasse laggiù, attendeva invano una mobilitazione internazionale che ponesse fine al massacro.
Tra i ricordi di River ho inserito altri piccoli riferimenti storici, come il crollo delle Torri Gemelle due mesi prima della nascita di sua figlia Maya, oppure l'indagine sulla scomparsa di un gruppo di escursionisti sui monti Urali nel 1959 ripresa quaranta anni dopo dalla Legione Segreta.
Mi piace pensare che il lettore, incuriosito dalle mie citazioni, sia spinto ad approfondire certi fatti e argomenti perché fanno parte della storia del mondo, ancora prima che della storia della Legione.

Il secondo episodio della saga, Legione Gabriel, ruota intorno a una coppia di bracciali dagli straordinari poteri che si tramandano attraverso i secoli in un gruppo di donne chiamate Custodi. I prodigiosi gioielli serviranno a Vespro, il progetto della Legione Segreta per la realizzazione della macchina del tempo.
La prima Custode che appare nel libro è una sacerdotessa che vive nella Babilonia del 539 a.C., mentre i Persiani si trovano alle porte della città. Amo l'archeologia e la storia antica, per questo ho scelto un'epoca da Mille e una notte per aprire un libro che parte dalla magia per arrivare alla scienza più avveniristica.
Nel corso della trama, i bracciali si ritrovano in Italia nel 1528 dove attirano l'attenzione delle Streghe del Beneventano. Durante le mie ricerche per il libro, ho raccolto una moltitudine di informazioni su questa famosa congrega, imbattendomi spesso in versioni contrastanti degli stessi fatti. La storia delle janare è una di quelle che divide il pubblico tra i credenti, per tradizione o per passione dell'occulto, e gli scettici che parlano di superstizioni provenienti da anni oscuri. Rimane, però, una leggenda interessante che ho voluto inserire nella trama adattandola alle esigenze del racconto.
I misteriosi gioielli approdano, poi, nel Nuovo Mondo, finendo ai polsi di una donna Cherokee, deportata insieme alla sua tribù lungo il Sentiero delle Lacrime nel 1838, una pagina tristemente nota di storia americana.
La Legione Segreta è presente in ognuna di queste epoche, portando avanti le proprie missioni nell'ombra. I legionari partecipano alla storia dell'umanità scrivendone una pagina personale che si perde tra miliardi di pagine, come ognuno di noi vive la propria vita tra miliardi di altre vite. Qualcuno emerge, qualcuno lascia piccole tracce, qualcuno scompare, ma tutti contribuiamo con la nostra avventura individuale e unica.

In Legione Susanna, terzo libro, i riferimenti storici si spostano sullo sfondo, nel senso che nei capitoli sul passato non sono i personaggi ad avere un ruolo centrale e attivo, bensì una sotto trama che attraversa i secoli fino al presente. Ho creato una serie di leggende intorno alle creature che popolano gli abissi oceanici, inserendole in cronache reali di eventi legati al mare e alla navigazione. Non ci sono legionari in quei capitoli, ma solo una serie di testimonianze sui misteri da sempre celati sotto le onde.
Unica eccezione è la vicenda che si svolge nel 1862, durante l'Esposizione Universale di Londra (l'Expo di allora). In questo caso, come nei libri precedenti, la Legione Segreta è presente e agisce attraverso gli scienziati Béatrice e Jonathan che fanno esperimenti per riportare in vita i morti.

Il lavoro di ricerca è fondamentale per portare il lettore in epoche e luoghi lontani, è un po' come preparare scenografia e costumi per uno spettacolo. Errori come mettere un orologio da polso a un personaggio di Braveheart sono in agguato! 
La cura dei dettagli, però, è importante anche nel descrivere il presente: devo calcolare quanto tempo impiega Gabriel in auto per andare da Jackson a Brookhaven, devo conoscere il clima tipico del Pacifico meridionale in febbraio per l'arrivo di Susanna su Isola 84, devo sapere quali canzoni passavano alla radio nel 1993 quando River entra in Legione.

È vero che un lettore medio potrebbe non prestare attenzione a certi particolari, ma non significa che io debba sottovalutarli se voglio realizzare un libro accurato da ogni punto di vista. Sbaglierò in tante altre cose, ma sulla ricerca sono molto attenta.

Per gli appassionati della saga, riporto un elenco dei periodi storici descritti nei primi tre libri (episodio tra parentesi). Sono in ordine cronologico, non di capitoli, e tralascio i piccoli riferimenti che si trovano solo in forma di citazioni. 
Si nota una ricorrenza di disastri naturali e catastrofi varie, ma questa, come si dice, è un'altra storia.

539 a.C. Babilonia – invasione persiana (2)
1014 Isole Orcadi – vichinghi (3)
1528 Benevento – caccia alle streghe (2)
1775 Groenlandia – avvistamento nave Octavius (3)
1838 Mississippi – deportazione Cherokee (2)
1862 Londra – Esposizione Universale (3)
1883 Krakatoa – eruzione e tsunami (1)
1948 Stretto di Malacca – naufragio Ourang Medan (3)
1953 Grecia – terremoto di Lefkada (3)
1960 Cile – terremoto e tsunami (3)
1994 Ruanda – genocidio (1)

3 commenti:

  1. Assolutamente d'accordo! Credo che senza un adeguato lavoro di documentazione si perda tutta la carica "veritiera" che un romanzo può avere: chi legge deve essere proiettato nel racconto come se fosse vero. Solo in questo modo il romanzo ha la possibilità di raggiungere il suo scopo.
    Che secondo me è quello di crear modi alternativi (purtroppo) visitabili solo con la fantasia.

    p.s.: ho apportato qualche modifica al blog come richiesto! ;-)

    ciao!

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    1. Ciao, Gabriele.
      L'importanza dei dettagli rimane anche nel caso la trama sia ambientata in un mondo di fantasia. Nel crearlo, come per esempio negli universi fantasy con le loro bellissime mappe, si devono inventare regole che li rendano realistici e poi fare attenzione a non infrangerle. Se hai piazzato una montagna tra il punto A e il punto B, i tuoi personaggi a piedi non possono superarla in mezz'ora. Nella fantascienza, devi trovare soluzioni tecnologiche credibili che funzionino in contesti incredibili.
      In ogni genere di romanzo, comunque, non si può sfuggire alla logica perché il lettore se ne accorge, nota la stonatura e viene gettato fuori dal racconto.

      P.s.Ho visto le modifiche al tuo blog (più che richiesto, ho suggerito) e mi piacciono.

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    2. In effetti è molto triste trovare un romanzo che comincia bene e dopo un centinaio di pagine ti vien voglia di metterlo da parte perché sa di falso.
      Nonostante quel che può credere il "lettore medio" , cioè quello che "non importa cosa leggo purché mi dia qualche ora di svago",è importante essere immersi nel racconto.
      E' una gioia trovare scrittori che ti fanno venir voglia di non mettere giù il libro da quanto ti prende: vuol dire che quell'autore è stato davvero bravo non solo nella storia, ma anche nei particolari, che poi sono quelli che ti immergono nel mondo immaginario al punto che lo puoi considerare "quasi vero".
      E se il lettore - come giustamente dici - si ritrova catapultato fuori dal racconto, significa che non ho fatto bene il mio lavoro.

      Ciao!

      p.s. al tuo p.s.: sapendo quanto sei esigente, se le modifiche ti piacciono sono quasi sicuro che siano indovinate! Bye!

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