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giovedì 1 settembre 2022

George Isley

 Mi sono ritrovata perfettamente nella descrizione di questo personaggio

Era un uomo abile ed eclettico, alcuni lo definivano brillante. Dietro al suo talento c’era una tale abbondanza di materia prima che un’opportuna selezione avrebbe potuto elevarlo all’eccellenza autentica. Si occupava di troppe cose, comunque, per potersi distinguere in qualcuna, giacché una curiosità irrequieta lo teneva costantemente in movimento.

George Isley era un uomo capace. La sua breve carriera diplomatica ne era la prova; eppure, quando l’abbandonò per dedicarsi ai viaggi e alle esplorazioni, nessuno pensò che fosse un peccato. Avrebbe fatto grandi cose in qualsiasi campo. Era semplicemente alla ricerca di se stesso.

Tra le pietre rotolanti dell’umanità, ben poche acquisiscono muschio di considerevole valore. Non sono necessariamente inconcludenti; viaggiano leggere, le comode tasche che nel gioco della vita attraggono i più, sono troppo strette per trattenerle: vi entrano e un attimo dopo sono fuori di nuovo. Il mondo dice: “Che peccato! Non sono costanti in nulla!” Ma il fatto è che, come uccelli selvatici alla ricerca di qualcosa, si dirigono verso il nido di cui hanno bisogno. È una questione di valori. Il loro giudizio è rapido, cambiano rotta, spariscono senza neppure sentire che “avrebbero potuto ritirarsi con una pensione”. E George Isley certamente apparteneva a questa tipologia senza fissa dimora e in perpetua ricerca. Non era per nulla inconcludente, semplicemente agognava con insaziabile brama a quel particolare soffice nido in cui avrebbe potuto sistemarsi permanentemente.

da "Discesa in Egitto" di Algernon Blackwood 

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