Pagine

venerdì 25 marzo 2022

Fantascienza, meraviglie e delusioni

 Nella mia riscoperta dei classici, dopo la raccolta dei romanzi di Verne, ho comprato anche quella di H.G. Wells che contiene titoli celeberrimi come La macchina del tempo, L'isola del Dottor Moreau e L'uomo invisibile

Be', ne sono rimasta delusa, lo stile di Wells non mi ha proprio conquistata. Le sue idee, strepitose per l'epoca, perdono fascino in una narrazione poco appassionante, in personaggi senza storia né personalità che servono solo all'azione che manda avanti la trama e sembrano non avere pensieri, carattere, sentimenti, tanto che sarebbero intercambiabili da un romanzo all'altro. 
Mi pare che Wells si sia accontentato di inventare un soggetto originale e abbia pensato che bastasse quello a stupire il lettore. Accidenti un uomo invisibile! Caspita un viaggio nel tempo! Ma a parte l'idea inziale, il resto è noia, purtroppo, e si legge come una cronaca distaccata. Pagina dopo pagina aspettavo di entrare nel vivo della lettura, alcuni romanzi ci mettono un po' a coinvolgere, ma era come stare seduta su un treno che non partiva mai e alla fine sono scesa senza aver lasciato la stazione. 
Devo ancora leggere La guerra dei mondi, chissà che non mi faccia cambiare idea.

A sorprendermi, invece, è stato un vecchio volumetto ingiallito ricevuto in regalo, La fantascienza delle origini, che era il supplemento speciale della rivista Robot che usciva negli anni Settanta, poi riaperta nel 2003. 
Gli undici racconti che compongono il volume sono stati pubblicati tra i 1926 e il 1945 su celebri riviste di fantascienza americane dell'epoca, come Amazing stories e Wonder stories, e ripresi dalla pubblicazione italiana in questa antologia da mille lire – già quel L.1000 sulla copertina è un nostalgico viaggio nel tempo. 
A dir la verità, prima di sfogliare queste pagine con cautela per non rovinare la fragile rilegatura, mi aspettavo di leggere racconti di una fantascienza un po' ingenua, pieni di quelli che poi sarebbero diventati gli stereotipi del genere. Mi sbagliavo di grosso, anzi di grossissimo! Ho divorato i racconti uno dopo l'altro con meraviglia crescente sia per lo stile che per le idee e, ogni volta che credevo di aver intuito dove l'autore volesse andare a parare, sono rimasta stupita dall'originalità con cui mi ha contraddetta. È stata una sorpresa più che piacevole, insomma, scoprire quanto fossero moderni e geniali questi autori, mentre oggi, nell'era degli smartphone e di Internet, manchiamo di fantasia. Che sogni incredibili facevano! E come sapevano raccontarli bene! 
Il bello poi è che non si parla solo di astronavi e civiltà aliene, ma di realtà alternative, di rischi del progresso, di ambizioni e fallimenti, ma soprattutto di umanità, di comportamenti che riconosciamo e di meccanismi sociali che non cambiano né sulla Terra del futuro né su nuovi mondi. Ogni racconto mi ha appassionata in modo differente e i due che mi sono piaciuti di più sono L'asteroide d'oro e L'eremita degli anelli di Saturno, ma ve li elenco tutti perché vale la pena leggerli e magari riuscite a trovarli in qualche raccolta o sul web.


  • L'avvento del ghiaccio di G.Peyton Wertenbaker
  • Fuori dal sub-universo di R.F.Starzi
  • L'asteroide d'oro di Clifford D,Simak
  • L'isola degli irragionevoli di Edmond Hamilton
  • L'ambasciatore di Davy Jones di Raymond Z.Gallun
  • Cerchio uguale a zero di Stanley G.Weinbaum
  • Le Terre Morte di Jack Williamson
  • L'eremita degli anelli di Saturno di Neil R.Jones
  • Lassù di Donald A. Wollheim
  • Quasi umano di Robert Bloch
  • L'entità di Murray Leinster

Nessun commento:

Posta un commento