“Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me" disse Groucho Marx ritirandosi dal Friar's Club di Hollywood.
Io invece sì.
Mi piacerebbe sentirmi parte di un gruppo, ma non ci riesco, soprattutto quando mi capita di entrare in un gruppo già formato e consolidato perché odio sentirmi l'ultima arrivata e sforzarmi per farmi accettare. Oggi i club si chiamano gruppi Facebook, cerchie di Google, follower di Twitter, iscritti a newsletter, lettori fissi di blog. Non ci si incontra con un bicchiere in mano e tartine servite da un cameriere, non c'è un salotto con tavolini e divani né un giardino, un terrazzo o un salone delle feste. Oggi al club puoi andare in pigiama dal tuo computer o dal cellulare. Rimane comunque la stessa cosa: un gruppo dal quale farsi accettare, nel quale nascono relazioni, emergono leader, disturbatori e ultimi arrivati, un gruppo che discute di un dato argomento e, a volte, divaga.
Il difetto di un circolo esclusivo, però, è che i membri dopo un po' sono sempre quelli e le conversazioni finiscono per ristagnare. Così ne frequento diversi, ma mi piacerebbe mescolarli, ravvivare le riunioni mettendo nella stessa stanza persone con interessi differenti, ma accomunate dalla motivazione che ti spinge a far parte di un club: la passione.
Ora esagero. Un appassionato di motori e un appassionato di libri sono entrambi appassionati, no? Forse provano le stesse emozioni smontando un carburatore e sfogliando un romanzo, frequentano fiere dedicate, spendono volentieri i propri risparmi per il pezzo o volume tanto ricercato.
Il mio club ideale accoglierebbe chiunque avesse passione verso qualcosa. Parteggio per la diversità, la contaminazione, l'arricchimento personale attraverso lo scambio di idee. Vedrei la cuoca salire in sella dietro il motociclista, il giardiniere regalare una rosa alla ballerina che lo fa volteggiare, il musicista cantare le teorie dello scienziato.
Poi sentirei l'urlo di una sirena e vedrei l'ambulanza venuta a prelevarmi con destinazione manicomio. Ho sognato tutto questo per voi, ma io odio la gente.
Dovresti fondare il Club dei misantropi, il cui statuto sarà incentrato sulle procedure di espulsione e non su quelle di affiliazione. ;)
RispondiEliminaGià, un po' come il tuo antisocial network :)
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