Dal post sulla recensione di Il Mondo di Sopra, è venuto fuori un argomento di
cui voglio discutere con voi.
Pubblicare un libro è solo l'inizio e auto-pubblicarlo è come abbandonarlo su una panchina sperando che qualcuno lo raccolga. Sì, c'è la promozione attraverso le recensioni sui blog letterari, c'è il passaparola sui social network, c'è la pubblicità a pagamento e nel novembre 2014 ho organizzato anche un blog tour in otto tappe. Ci sono mille modi per mettersi in mostra. Bene, così il pubblico vede il libro, ma come decide di comprarlo?
Pubblicare un libro è solo l'inizio e auto-pubblicarlo è come abbandonarlo su una panchina sperando che qualcuno lo raccolga. Sì, c'è la promozione attraverso le recensioni sui blog letterari, c'è il passaparola sui social network, c'è la pubblicità a pagamento e nel novembre 2014 ho organizzato anche un blog tour in otto tappe. Ci sono mille modi per mettersi in mostra. Bene, così il pubblico vede il libro, ma come decide di comprarlo?
Nel mio articolo sui lettori sorpresi raccontavo come chi ha
raccolto la sfida di leggere uno dei miei libri, cioè lo scritto di una sconosciuta e per di più auto-pubblicata di genere fantastico, ne sia rimasto
soddisfatto e, nel caso di Legione, si sia appassionato al punto di continuare a seguire la saga. Questi lettori temerari non l'hanno trovato solo carino o piacevole, ma abbastanza bello da comprare i volumi successivi.
Il problema, grosso quanto un brontosauro sovrappeso, è convincere la gente a fare il
fondamentale passo di prenderlo in mano la prima volta e leggerlo. Come si fa?
Ogni libro della serie Legione, anche se su Amazon si trova nella categoria fantascienza/avventura, non è solo questo. È piaciuto a chi solitamente compra fantasy, a chi ama i misteri, a chi cerca riferimenti a storie vere e fatti di cronaca, a chi vuole innamorarsi di un eroe, a chi si pone domande sul futuro dell'umanità, a chi apprezza le escursioni nella storia passata, a chi si sofferma sui sentimenti dei personaggi, a chi fantastica su nuove tecnologie, a chi cerca travagliati risvolti psicologici e un pizzico di romanticismo. Ogni lettore (e recensore) ha trovato tra le mie pagine un diverso legame con la trama e, quando ha finito il primo, ha pensato: ne voglio ancora! La sfida è persuaderlo a superare la diffidenza verso quella che si prospetta come una lettura insolita, fargli aprire proprio quel libro.
A conti fatti, al di là che ogni volta che li rileggo trovo qualcosa da cambiare o correggere, i libri di Legione piacciono e hanno un pubblico vario. Questo, se da una parte può essere un vantaggio in termini di quantità di potenziali lettori, dall'altra rende difficile creare una promozione mirata perché non è rivolto a un target preciso.
Il succo di questo articolo è che per conquistare un lettore bisogna andargli incontro. Che sia dal vivo o virtuale, il confronto è sempre utile per uno scrittore in crescita che ha bisogno di farsi conoscere dai potenziali lettori. Non siate così presuntuosi da credere che la bellezza della vostra opera (dando per scontato che sia bella) sia sufficiente a portare i lettori da voi; non restate sul vostro piedistallo ad aspettare che la gente venga da voi regalandovi il successo che pensate di meritare. Siamo noi a dover regalare emozioni e imparare a raccontarle e presentarle nel migliore dei modi. Sembra scontato, ma è vero che non si finisce mai di imparare e c'è sempre un margine di miglioramento da esplorare.
Il percorso per diventare la scrittrice che vorrei è lungo, ma sulla strada si fanno incontri eccezionali.
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