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sabato 23 gennaio 2016

Alberto Angela: I tre giorni di Pompei

Ho terminato la lettura del primo libro della mia lista, I tre giorni di Pompei di Alberto Angela. È un saggio che tratta due degli argomenti che prediligo: l'epoca dell'Impero Romano e una colossale eruzione vulcanica.

Alberto Angela, come il padre, è grande narratore, un divulgatore appassionato capace di avvicinare lettori (e ascoltatori quando si tratta di documentari) a materie “difficili” come storia e scienza con grande chiarezza e semplicità. In questo libro, preciso come una ricerca e avvincente come un romanzo d'avventura, racconta l'antica tragedia che ha cambiato il volto del litorale affacciato sul Golfo di Napoli. Lo fa attraverso le storie di persone realmente vissute in quegli anni, usando i dettagli della loro vita quotidiana come pretesto per dipingere un mondo che oggi possiamo osservare solo nelle rovine che ha lasciato dietro di sé. 

Pagina dopo pagina, si visitano le vie, le case, le campagne, le botteghe, i porti, le fattorie com'erano poco prima del disastro grazie alle scoperte e alle indagini degli archeologi, dei vulcanologi, dei geologi e degli altri scienziati che hanno studiato i siti di Ercolano, Pompei e dintorni. Un viaggio così ricco di particolari e curiosità che è facile immedesimarsi nella gente che abitava quei luoghi ignara dell'imminente catastrofe.

Con il tono caldo e calmo di un ipnotizzatore, Angela sembra dire: “Chiudi gli occhi... ti trovi a Pompei...” e trascina il lettore in un altro tempo per fargli vivere in prima persona le ore precedenti il disastro, colme di segnali che oggi sapremmo riconoscere come presagio dell'eruzione, ma che allora erano soltanto piccoli eventi inquietanti. Si arriva poi al momento fatidico della tragedia, ricostruita ora per ora attraverso testimonianze e indagini scientifiche, con tutta la carica emotiva di vite e storie interrotte all'improvviso. Una delle immagini che mi hanno colpito maggiormente è quella del panettiere che inforna gli impasti e chiude lo sportello di un forno che verrà riaperto quasi duemila anni dopo.

I tempi narrativi e lo stile di Alberto Angela ricordano il tono di voce, lo sguardo e i gesti che ha ereditato dal padre. Con termini semplici ed esempi che rimandano al quotidiano di ognuno di noi, mi ha portato alla scoperta di questo scorcio di storia con un racconto indimenticabile che trasuda passione, non solo quella che anima la curiosità scientifica, ma anche quella per le vicende umane.
“Dopo aver capito cosa è successo a queste persone è necessario fare una considerazione. Fa male vedere tanti turisti accalcarsi attorno alle bacheche che contengono queste vittime fare commenti, battute, ridere, fotografare con morbosità e chiamarli in modo dispregiativo “mummie”... bisogna sempre ricordare che quelle che si trovano nelle bacheche non sono delle statue, sono state delle persone, che ancora oggi richiedono rispetto e dignità. Immaginate se lo stesso trattamento fosse riservato a delle vittime stradali o per esempio ai caduti dell'11 settembre... Le vittime di Pompei sono forse diverse?”

L'autore si sofferma anche su ciò che segue la catastrofe, dai sopralluoghi degli inviati imperiali pochi giorni dopo agli scavi archeologici moderni, completando il quadro, anche se restano in sospeso diverse questioni che forse non risolveremo mai.
I misteri dell'archeologia possono fornire diversi spunti a uno scrittore e ne ho trovato uno molto intrigante anche in questo libro: la Villa dei Papiri che contiene un tesoro inestimabile.
“Scoperta per caso nel 1750 durante la costruzione di un pozzo, il re Carlo di Borbone fece allestire un grande cantiere di scavo. Poiché non era possibile fa tornare alla luce la villa, sepolta in profondità sotto trenta metri di ceneri vulcaniche pietrificate, l'architetto svizzero Karl Weber, responsabile del cantiere e degli scavi, decise di esplorarla attraverso la costruzione di gallerie, creando una rete di cunicoli degni di una miniera.”

Nel 1996 si portò alla luce una piccola porzione della villa, ma i lavori furono sospesi per mancanza di fondi e a tutt'oggi l'atrio rimane l'unica parte disseppellita. Il tesoro che vi si trova nascosto è una grande biblioteca costituita da oltre mille papiri (da qui il nome dato all'edificio) miracolosamente sopravvissuti all'eruzione e conservati da duemila anni sotto terra. Gli archeologi sono riusciti a srotolarne alcuni, fragilissimi, e hanno trovato una gran varietà di testi che trattano i temi più diversi, dalla poesia all'economia, dalla filosofia alla musica. Sono stati scoperti scritti latini e greci, ma la gran parte di questi papiri è ancora sepolta con opere sconosciute del passato. Si tratta di un patrimonio di conoscenza unico al mondo, ma gli scavi non sono più ripresi e chissà se riprenderanno mai. È molto facile per me fantasticare su cosa si celi tra quei misteriosi testi antichi, quali straordinarie rivelazioni nascondano.


Dunque questo libro, oltre a fornirmi lo stupendo ritratto di un fatto storico importante, è anche fonte d'ispirazione per futuri racconti o romanzi. Ho sempre trovato intriganti le zone d'ombra nella storia dell'umanità e la mia fantasia riesce a formulare le ipotesi più disparate sulle quali fondare nuove trame. Il file nel quale trascrivo gli spunti evocati da letture come questa si popola di nuove idee e io sono già pronta ad aprire il prossimo libro per arricchirlo. 

Ricordo, infine, che le vendite di questo volume hanno finanziato il restauro dell'affresco Adone ferito nell'omonima casa di Pompei, un ulteriore gesto d'amore per la storia.

4 commenti:

  1. Bellissimo! Speriamo che il clan Angela continui così ancora per molto tempo: sono fra i pochi che sanno far cultura con passione e senza essere pedanti.
    Il libro è magnifico.

    Ciao

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    1. Ciao Gabriele. Il libro è molto bello e interessante, un documentario su carta in perfetto stile Angela, quello con il quale sono cresciuta. Ah, i pomeriggi con Quark dopo la scuola!

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  2. Ho letto diversi libri su Pompei, ma la tua recensione mi ha incuriosita ancora di più. Devo leggerlo!! Grazie
    PS. Spero di poter tornare a Pompei e a Ercolano anche con voi...presto.��

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