La
curiosità ci spinge a capire e conoscere, porci domande ci fa
progredire e crescere. Certe domande, per me, creano storie.
I
miei eroi sono esploratori e scienziati. Vi ho già parlato di come
trovo ispirazione nelle cronache di viaggi avventurosi e oggi vi
parlo di come la trovo nella scienza. Prima, però, fatemi precisare
che per scienziati non intendo quei tizi nei laboratori che inventano malattie per conto delle case farmaceutiche facendo esperimenti
sugli animali, né quelli che studiano nuove armi per ammazzarci
nelle maniere più subdole.
Quando
dico scienziati, mi riferisco a gente con il segno del telescopio
intorno all'occhio, gente che striscia nel fango dell'Amazzonia per
fotografare un insetto mai visto, gente che passa notti insonni a
elaborare teorie sui viaggi nel tempo, gente che trascorre mesi in
Antartide ad analizzare carote di ghiaccio millenario, gente che spolvera
ossa di dinosauro e traduce geroglifici, gente che guarda in fondo all'oceano o dentro un vulcano, gente che si
chiede come mai la mela cade dall'albero e, all'improvviso, ha una grande intuizione.
Leggo delle loro vite e scoperte nei libri, sulle riviste e
le guardo nei documentari, mettendo in fila diversi wow ogni volta. Se da ragazzina ho cominciato a interessarmi di scienze, oltre che attraverso libri e film, devo ringraziare Piero Angela, che pochi giorni fa ha compiuto 87 anni, per aver portato nella mia casa, come in quelle di tanti italiani, il piacere di farsi domande e scoprire risposte con un linguaggio semplice e capace di accendere l'interesse del pubblico.
La
scienza è un modo di osservare il mondo da punti di vista
differenti, da scrittrice, la trovo un'inesauribile fonte di fantasie. Più imparo e più ho voglia di imparare, più scoperte
mi danno risposte e più domande mi vengono in mente. Per i geologi, per
esempio, l'Africa termina con le Alpi e l'Australia è un frammento
di Antartide. Non è una prospettiva che apre la strada a
nuove storie?
L'archeologia
è una delle scienze che mi intrigano maggiormente perché unisce
l'avventura del viaggio alla scoperta di antichi misteri. Adoro le
storie di città sepolte nella sabbia o nella giungla, le storie di
mummie ed eserciti di argilla, di civiltà sommerse e caverne piene
di tesori, di castelli con passaggi segreti e monumenti costruiti
secondo mappe stellari.
Ci
sono diverse zone d'ombra nella storia come ce la raccontano e da lì
possono nascere racconti avvincenti. Si fanno congetture su qualsiasi
argomento e gli spunti che ne derivano sono molteplici. Alcuni, per
spiegare anomalie archeologiche come reperti di tecnologie troppo
avanzate per popoli che non conoscevano la ruota, sostengono che in
epoche passate siamo stati visitati dagli alieni. Questa è una
teoria che, fuori da un romanzo, non mi convince perché, al di là
delle prove più o meno credibili, quello che le manca davvero è il
movente. A che scopo venire fino qui da un altro pianeta, regalarci
una tecnologia che ha portato un balzo in avanti nell'evoluzione e
poi andarsene? Cosa sarebbero? Buoni samaritani galattici?
Trovo
più plausibile la tesi di un'antichissima civiltà molto evoluta e
poi scomparsa per cause naturali. Tutte le stranezze storiche
attribuite agli extraterrestri potrebbero invece provare l'eredità
di alcuni sopravvissuti all'estinzione. Questo risolverebbe anche
l'enigma del motivo: si tratta semplicemente di perpetrare la
conoscenza umana. Visto com'è facile partire dalla storia e andare
via di fantasia?
Fisica
e astronomia sono per me altrettanto affascinanti e mi forniscono
ulteriori spunti e ispirazioni. Per esempio, penso al fatto che
andando indietro nel tempo, verso le origini del cosmo, si arriva al
momento in cui tutte le forze e gli elementi dell'universo erano
concentrati e compressi in un unico punto che all'improvviso è
esploso, riempiendo lo spazio di materia e liberando le forze che ne
regolano l'esistenza. Ok, ma prima? E oltre i confini
dell'esplosione? Se in un acceleratore di particelle si riuscisse a
ricreare il big bang in piccolo, si genererebbe un piccolo universo
abitato da piccoli uomini che si domandano cosa ci fosse prima del
loro big bang. Noi stessi potremmo trovarci in una delle bamboline di
una matrioska di universi, non vi pare?
L'universo
è un luogo estremamente violento, se mi teletrasportassi su un
pianeta alieno non avrei nemmeno il tempo di bestemmiare prima di
essere polverizzata. Stelle lontane potrebbero morire da un momento
all'altro e non lo sapremmo perché il cielo che vediamo è il
passato. La luce che vediamo ha impiegato centinaia di anni ad
arrivare ai nostri occhi, dunque il luogo da cui è partita potrebbe
già non esistere più. Una stella che esplodesse ad anni luce
da noi potrebbe colpirci senza preavviso e se una scarica di
raggi gamma ci investisse spezzerebbe la barriera di ozono che
protegge il nostro pianeta dalle mortali radiazioni solari. Oppure
diventeremmo tutti Hulk.
Da
bambina, passavo i pomeriggi con mia nonna Dolores che alle quattro e
mezza mi preparava la merenda: un tè con i biscotti da mangiare
guardando una nuova puntata di Star Trek. Vi stupirebbe scoprire
l'accuratezza scientifica di certi dettagli in questo telefilm. Gli
sceneggiatori si sono avvalsi della consulenza di veri scienziati e
hanno, in cambio, ispirato la realizzazione di nuove tecnologie che
oggi usiamo quotidianamente. La stessa cosa è accaduta con parecchi
libri di fantascienza, grazie allo scambio di idee tra scrittori e
ricercatori.
Scienza
è anche osservare la natura per decifrarne il linguaggio. La natura è
così elegante, sofisticata e ingegnosa da contenere tutti gli
elementi per costruire nuove storie; la natura è stelle e galassie,
sequoie, amore, forza di gravità, paura, tramonti, spaziotempo,
imprevisti, vulcani, orchidee, microorganismi, velocità, pioggia,
elefanti, coraggio. C'è già tanto da raccontare sul nostro
pianetino blu e i suoi abitanti, ma possiamo anche spingerci più in
là fantasticando. Tutto è possibile, solo che non lo sappiamo ancora.
Le vite stesse di alcuni scienziati sono interessanti quanto romanzi, alcune includono morti misteriose, scoperte scomode, cospirazioni. Una delle mie preferite è la storia di Nikola Tesla, geniale quanto stravagante, che addirittura cambia da un libro all'altro.
L'universo
è fatto di storie. Possiamo osservarne alcune e inventarne altre.
Vorrei vivere per sempre solo per la curiosità di vedere cosa viene
dopo, per scoprire come va a finire l'universo.
"Vorrei vivere per sempre solo per la curiosità di vedere cosa viene dopo, per scoprire come va a finire l'universo."
RispondiEliminaL'ho sempre pensato pure io, e mi brucia assai sapere di non poterlo fare...
Ciao!
Gabriele
So di sfondare una porta aperta con te!
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