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giovedì 15 gennaio 2015

Uno scrittore è uno scrittore

Attenzione: questo articolo è polemico e potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno, ma è basato sulla mia opinione personale liberamente espressa e potete commentarlo con i dovuti modi.

Oggi, grazie al self-publishing, chiunque può pubblicare un libro, ma ciò non significa che tutti quelli che pubblicano si possano definire scrittori. Definireste ballerini tutti i frequentatori di una discoteca?


Fare lo scrittore è un'arte e un mestiere, richiede impegno e tecnica, oltre al talento. Bisogna essere aperti alle critiche e farne tesoro per migliorarsi sempre.



Gli autori auto-pubblicati godono di pessima fama perché tra di noi si trovano troppi scrittori improvvisati. Molti di questi cialtroni sono convinti che i complimenti di un cugino di terzo grado siano sufficienti ad accreditare il loro romanzo. Non curano né grammatica, né ortografia, né impaginazione; ignorano le regole base della scrittura; sottovalutano il lavoro di editing, fondamentale per la pubblicazione. Per questo, purtroppo, molti siti rifiutano di pubblicizzare e recensire libri auto-pubblicati.

Ho scelto il self-publishing per una questione di libertà, non mi va di essere legata al contratto con una casa editrice. Trovarmi associata a tanti scrittorucoli di bassa qualità, però, mi fa imbestialire perché io ho dedicato tempo e forze per raggiungere un risultato che valesse i soldi e il tempo dei lettori.

Accetto le critiche e le sfrutto per migliorare; imparo ogni giorno dai blog sulla scrittura, come Penna Blu; partecipo a discussioni con altri autori; chiedo consigli a chi ha più esperienza nel settore. Non mi sono limitata a far leggere i miei testi agli amici, ma mi sono rivolta a professionisti che mi hanno guidata nelle rifiniture, mettendo in evidenza sia i punti deboli che i pregi sui quali puntare.

Non ho la pretesa di essere arrivata solo perché ho pubblicato su Amazon, so bene che non si finisce mai di imparare e io sono una secchiona assetata di conoscenza. Chi ha recensito i miei libri nel tempo ha notato la mia crescita e l'ha apprezzata, questo ripaga il mio lavoro, incoraggiandomi a impegnarmi sempre di più. I miei libri non sono ancora perfetti, ma valgono il tempo di leggerli e so di avere gli strumenti per progredire. Si chiama crescere e serve per diventare veri scrittori.

L'idea da cui nasce un libro, dando per scontato che sia buona e non sempre lo è, va sviluppata. Con questo non intendo allungare il brodo finché si raggiungono quattrocento pagine insipide, ma trasformarla, lavorandoci seriamente e facendosi aiutare, in un libro degno di questo nome.

Prendete la vostra opera e confrontatela con quella di un autore affermato e di qualità (non vale il libro del calciatore o della star della tv) e poi giocate a “trova le differenze”.

Quando nelle sinossi su Amazon, spesso farcite di paroloni usati a sproposito, trovo un po' senza apostrofo o con l'accento e nelle interviste leggo che per diventare scrittori “basta credere nei propri sogni”, mi vengono i brividi. Uno scrittore è uno scrittore in ogni occasione: se scrive male la sinossi o dice boiate nelle interviste, si può dedurre che il suo libro sarà altrettanto stupido.

Una vera passione si cura e si coltiva: non basta andare in discoteca per diventare ballerini; non basta scongelare la cena nel microonde per essere chef, neanche se vostro cugino l'ha mangiata di gusto.

Spero che, col tempo, gli autori mediocri si rendano conto che è meglio cambiare strada, lasciando spazio a chi prende sul serio questo lavoro e rispetta i lettori.

Auguro, invece, un 2015 pieno di successi e soddisfazioni agli autori che hanno capito quanta dedizione richieda la scrittura e si impegnano costantemente per migliorare in questa difficile arte.

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