«Abbiamo
un obbligo noi scrittori, e soprattutto noi scrittori per bambini.
L’obbligo di scrivere cose vere, particolarmente quando creiamo
storie di persone che non esistono in luoghi immaginari: per far
capire che la verità non è ciò che accade ma ciò che ci dice
qualcosa su ciò che siamo. Dopotutto, la narrativa è una bugia per
raccontare la verità. E mentre dobbiamo dire ai nostri lettori cose
vere, e dare loro armi e armature, e trasmettere quel poco di
saggezza che abbiamo guadagnato nella nostra breve esistenza, abbiamo
l’obbligo di non fare la predica o la ramanzina, di non spingere
giù a forza nella gola dei nostri lettori bocconi premasticati di
moralità, come fanno gli uccelli quando danno le larve ai loro
piccoli.»
«Abbiamo
l’obbligo di usare la lingua. Per metterci alla prova, per scoprire
cosa le parole significano e come utilizzarle per comunicare
chiaramente. Non dobbiamo provare a congelare il linguaggio, a farne
una cosa morta e da riverire. Dobbiamo usarlo come una cosa viva, che
scorre, e permettere ai significati di cambiare con il tempo.»
«Ad
Albert Einstein fu chiesto una volta come fosse possibile rendere i
bambini più intelligenti. La sua risposta fu semplice e geniale: “Se
volete che un bambino sia intelligente leggetegli delle favole. Se
volete che diventi più intelligente, leggetegli più favole”.
Aveva capito il valore della lettura e dell’immaginazione. Spero
che potremo dare ai nostri figli un mondo in cui leggeranno, e
saranno letti, e immagineranno, e capiranno.»
Neil Gaiman, 14 ottobre 2013
Aggiungo io: chi vuol diventare uno scrittore professionista, deve avere un'etica professionale. Significa avere rispetto per la scrittura e rispetto per chi legge.
Non esistono giustificazioni alla banalità, alla scarsa cura dello stile, alla mancanza di ricerca. Un professionista non punta alla sufficienza, deve spingersi al di sopra della media, in ogni campo. Anche nei contratti per la ristrutturazione di un bagno si specifica che il lavoro dev'essere eseguito a regola d'arte. A regola d'arte. Arte.