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mercoledì 30 settembre 2015

La fine è solo l'inizio

La stesura di Legione 3 è terminata. Il libro è in revisione e colgo l'occasione per ringraziare i miei beta-reader Gloria, Diego e Massimo per la disponibilità. Ma il lavoro non è finito.
Una volta che Susanna sarà corretto, andrà impaginato e caricato su Create Space e Amazon, poi dovrò attendere l'approvazione dei file e finalmente lo troverete online, pronto da ordinare. Cosa che annuncerò strillando ai quattro venti.
Mentre leggerete questa nuova avventura, che conterà circa 500 pagine (ora sapete perché ci ho messo tanto), mi dedicherò al consueto "dietro le quinte" che vi consiglio sempre di visionare dopo la lettura per non guastarvi qualche sorpresa.
Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti e di tuffarmi nei prossimi due episodi, prima però mi serve una pausa. 
Devo riprendere la mia vita fuori dalla Legione Segreta e, a questo proposito, devo fare le mie scuse a un sacco di gente, perciò comincio da qui.
Chiedo scusa a tutte le persone che ho trascurato nei mesi di scrittura, il TdC per primo, che ha sopportato le mie lunghe assenze, anche se ormai ha accettato di essere tradito in continuazione con i miei personaggi. Chiedo scusa a tutti gli amici che non ho ascoltato mentre mi parlavano perché pensavo alla trama di Susanna e a quelli che ho dimenticato di richiamare, anche più di una volta. Chiedo scusa per gli appuntamenti mancati, le mail senza risposta e gli auguri di compleanno in ritardo.
Grazie a tutti per la pazienza. Questa è la dura vita di chi sta accanto a uno scrittore.

lunedì 28 settembre 2015

In difesa del lettore

In Italia si legge poco e questi pochi lettori sono le prede alle quali mirano autori ed editori come in una riserva di caccia. Si fanno statistiche e analisi per conoscere i gusti del “lettore medio”, questa creatura mitologica sulla quale circolano leggende metropolitane appassionanti quanto i libri che le diamo in pasto.
Il numero totale di lettori è dato dalla somma di diverse nicchie, concentrate su un genere specifico, più una gran quantità di onnivori. Si dice che la maggior parte di questi leggano spazzatura, ma io trovo che sia già una bella cosa che una ragazzina scelga di comprare un libro, anche se sui vampiri innamorati, invece che l'ennesima borsetta. Un libro è un libro, che si tratti di svago, studio, moda o capolavoro, a me piace vedere gente con un libro in mano anziché un cellulare.

Si comincia sempre con qualcosa di semplice e si scopre che tra quelle pagine fitte di parole si trovano meraviglie, poi, crescendo, si può alzare il livello, ma leggere non è mai una perdita di tempo. Ho un'amica, forse la lettrice più accanita e onnivora che conosca, che ha cominciato prendendo in prestito gli Harmony dalla collezione di una zia. Da lì in poi, ha letto centinaia di libri, da Asimov ad Alberto Angela e, quando non aveva più spazio in casa, è andata in biblioteca e ne ha presi altri. 

Una volta scoperto il piacere della lettura, si formano il proprio gusto e metro di giudizio, leggendo autori diversi si fanno paragoni, si riconoscono generi e stili e si scelgono i propri preferiti.
Il lettore medio è forse meno medio di quanto sembri. Può comprare per curiosità il titolo spazzatura di successo, ma sa essere critico. Le crociate degli intellettuali contro la letteratura d'intrattenimento non lo sfiorano nemmeno, è più aperto alle novità di quanto lo siano gli editori e meno stupido di quanto credano certi autori improvvisati convinti di potergli propinare qualsiasi boiata.

Mi dispiace sentirmi discriminata e giudicata perché pubblico autonomamente i miei libri con Amazon e so di essere circondata da tante schifezze, sgrammaticate e mal confezionate, che oscurano il mio impegno, ma alla fine è il lettore a decidere, è la sua opinione quella che conta e le boiate non faranno molta strada. Per quanto mi riguarda, l'opinione dei miei lettori è più che positiva e, quindi, non importa se altri non prendono nemmeno in considerazione la possibilità di leggere i miei libri solo perché pubblicati da indipendente. Il lettore vero va oltre i pregiudizi, si fa catturare da altro e, anche se inciampa nella pubblicità, sa scegliere.

Qualcuno può aver comprato il primo Legione per curiosità, perché costava poco, perché intrigato dalla quarta di copertina e per mille altri motivi giusti o sbagliati. Quando, però, ha scelto di comprare il secondo l'ha fatto con coscienza e se adesso aspetta il terzo significa che apprezza il mio lavoro. Sarà forse un numerino nella somma delle nicchie, ma ha scelto me, più di una volta.

sabato 19 settembre 2015

Oltre Legione

Il terzo libro è in revisione, manca poco all'uscita e potete preparare la vostra poltrona preferita per godervelo.

Secondo i miei revisori è, finora, il migliore dei tre libri della saga. River resta nel cuore perché è il primo ed è con lui che si entra in questa nuova dimensione dove eventi storici reali e fantascienza si fondono. Gabriel è uno sguardo più approfondito sul mondo della Legione Segreta e presenta personaggi che torneranno nei libri successivi. Susanna rimescola le carte e proietta il lettore verso gli episodi successivi rivelando anche particolari del passato di altri personaggi come, per esempio, la verità sulla madre di River.

Intanto, però, la fucina di idee che ho in testa non smette di funzionare e vi anticipo i miei prossimi progetti narrativi.

Durante la stesura di Susanna, ho gettato le basi per gli ultimi due libri della saga e ho scritto già alcuni capitoli, oltre ad aver abbozzato le copertine che vedete in anteprima in fondo a questo articolo.
Susanna vi porterà in fondo al mare e nello spazio, Oliver nel mondo dei sogni e delle cospirazioni, Maya... distruzione e catastrofe! Dopo quello non ci sarà un sesto episodio perché voglio dedicarmi alle altre idee che stanno fermentando nei cassetti virtuali del mio pc.

La saga resterà quindi di cinque libri, come le cinque serie di The Wire e Breaking Bad, ma ho in mente un regalo di fine serie per gli affezionati di Legione. Ora vi spiego.
Avete presente, nel primo libro, la missione di River e Tim sui monti Urali? Raccontare ciò che scoprirono lassù non era funzionale alla trama, in quel momento, perché l'obiettivo del capitolo era il dialogo nella tenda. Sempre nel primo libro, scrivo che le porte dell'inferno sono sette, ma parlo solo di quella a Kenorah. Nel secondo libro, Gabriel si chiede cosa ci faccia una vecchia chiesa nel paesino senza nome e Stefano svia il discorso, dicendo che è una storia complicata. Nel terzo libro si parla di un legionario morto in Antartide senza spiegare i dettagli della sua missione.
Bene.
Tutti questi spunti rimasti in sospeso, insieme ad altri che non posso svelarvi adesso, diventeranno racconti e li raccoglierò in un volume che uscirà una volta terminata la saga, come le vecchie bonus track nei cd o i contenuti speciali dei dvd. Non ho ancora un titolo e una copertina per questa antologia di “scene tagliate” e diari dei legionari, ma c'è tempo. Sappiate soltanto che la mia fantasia non vi lascerà mai soli.

Al di là dei libri, con la fine dell'estate, si rimette in moto la macchina della promozione e allora preparatevi a eventi dal vivo e sul web, collaborazioni e contaminazioni con altre forme d'arte. 
Sto lavorando per voi!


lunedì 14 settembre 2015

Signore e signori, i miei lettori!

Oggi, finalmente, pubblico l'atteso album dei lettori. È un album onesto, ci tengo a dirlo per gli amici offesi che non sono stati inclusi perché non hanno nessuno dei miei libri e non vale “Dai, fammi la foto con la tua copia!”
Vi voglio bene lo stesso, ma non siete lettori e, per rispetto verso quelli veri, non mi andava di barare. In futuro, magari, ne pubblicherò un altro, quindi avete tempo di comprare, leggere e fotografarvi.

Questo video-album è bello perché è vario.
Ci trovate: il TdC, lettore e co-protagonista in Di Passaggio in Indonesia, come Marco; gente seduta, sdraiata, in piedi; selfie mossi e sovraesposti; gente che legge con gli occhiali da sole o in posizioni improbabili; gente in spiaggia, a letto, sul balcone e perfino sul water; gente che insegna a leggere ai gatti e gatti che leggono da soli; gente che scruta con interesse una copertina in attesa che l'e-reader giri le pagine da solo; genitori che, dando il buon esempio, per leggere trascurano i figli sulla spiaggia (che per ripicca li fotografano); fotomodelli e dive in posa; gente che dorme e gente che si è appena svegliata.

Questi sono i miei lettori, amici, conoscenti e sconosciuti che hanno accettato di metterci la faccia per primi e io li ringrazio uno per uno.





venerdì 11 settembre 2015

Io amo le descrizioni

Le descrizioni sembrano essere passate di moda in un mondo dove si va dritti al punto, dove le informazioni sono ridotte a misura di slogan. I lettori moderni ammettono di saltarle perché le trovano noiose.
Ottimo. Preparo il cappio per impiccarmi, dal momento che sono la mia specialità.
Secondo i miei recensori e lettori, che evidentemente sono poco moderni, una delle qualità della mia scrittura sta proprio nel descrivere in maniera efficace l'ambientazione delle mie storie. 
Una delle frasi ricorrenti è “sembrava proprio di essere lì” sia in riferimento ai miei libri che ai post sul mio blog di viaggi.
Ho sempre trovato similitudini tra il viaggio per il mondo e il viaggio attraverso un libro: aspettative prima della partenza, scoperta di un luogo nuovo, intrecciarsi di trame, incontri con personaggi sconosciuti. E il luogo. Soprattutto il luogo. Per me evoca e integra la maggior parte delle sensazioni. 

È chiaro che nella scena di una sparatoria non frega a nessuno se sullo sfondo c'è il mare o la montagna, quindi le descrizioni vanno dosate come ogni altro elemento. Quando servono, però, riesco a dare il meglio di me, accompagnando il lettore proprio dove voglio che arrivi e da lì può guardarsi intorno, sentire il calore o il gelo, ascoltare la pioggia o la risacca, insieme ai personaggi che vivono e parlano intorno a lui.

Non si tratta di allungare il brodo, non si tratta di elencare una serie di dettagli, ma di trovare le giuste quattro pennellate che nella mente del lettore formino un disegno completo di sensazioni. Non deve guardare una fotografia, deve sentire che le foglie in autunno diventano croccanti.
A volte, basta trovare un punto di vista inedito, non solo nel descrivere un panorama, ma anche una stanza, una città, un bar, senza annoiare, riuscendo comunque a dare le informazioni utili a calare il lettore nell'ambiente. Il primo libro di Legione comincia con una goccia di pioggia e poi allarga lo sguardo sul paesaggio che circonda la casa di River. Quando arriva alla casa di pietra, il lettore si è già guardato intorno, come se l'avesse raggiunta con le sue gambe.

Quando nella descrizione si inserisce il personaggio, si deve tener conto del suo punto di vista. Entrare nella propria camera da letto è diverso dall'osservare una stanza per la prima volta, come quando si arriva nell'albergo prenotato per le vacanze.
Ci sono dettagli da  sottolineare e altri che vanno tagliati senza pietà perché superflui. Devo sapere che il letto si trova sotto la finestra se, quando il personaggio si sveglia, vede l'assassino che lo spia dietro i vetri, ma il colore delle lenzuola è necessario?

Una descrizione è anche un buon posto dove nascondere indizi. Nelle mie, qualche volta, inserisco un particolare che non si coglie come importante al momento, ma, se lo riprendo qualche capitolo dopo, il lettore lo riconoscerà come un'indicazione stradale, tornando all'istante in un luogo familiare.

Leggendo Autostop per l'Himalaya di Vikram Seth ho viaggiato con questo studente indiano dalla Cina attraverso Tibet e Nepal, osservando il panorama dal suo finestrino sgangherato. Non c'è una trama con intrighi e colpi di scena, a parte guasti meccanici, intemperie e drammi burocratici; i personaggi che incontra sono pochi e sollevano lunghe e profonde riflessioni sulle differenze tra culture. Il risvolto di copertina dice: "Sospeso tra paesaggi incantati e quotidiane miserie".
Quello che mi ha trascinata tra le pagine di Seth sono proprio le descrizioni dei paesaggi, delle case, dei monumenti, ma anche delle abitudini, delle tradizioni, dei camion scassati sui quali viaggiava. Questo libro è datato 1983 (anche se la prima edizione italiana è del 1992) e contiene alcune delle più belle descrizioni che abbia mai letto. Seth ha uno stile asciutto e semplice. Sa usare termini banali in combinazioni che li rendono tutt'altro che banali.
Sembrava proprio di essere lì.

venerdì 4 settembre 2015

A cosa serve questo blog

Comincio col dire cosa non è Scritti a Penna, così faccio subito una bella scrematura.
Non insegna a scrivere meglio, racconta come scrivo io.
Non spiega come promuovere se stessi o i propri libri, racconta i miei tentativi.
Non rivela i segreti del mestiere, racconta quelli sto imparando da altri.
Non parla dei fatti miei, racconta quello che leggo e che scrivo, senza divagare sui miei piatti preferiti o sui colori che mi fanno vomitare.
Non regala verità assolute, racconta le mie personali opinioni, ma solo in ambito letterario.

Scritti a Penna racconta me o almeno la parte di me che scrive, per la parte che viaggia c'è Semm de Passacc e per le altre mie personalità c'è lo psichiatra.
Chi passa di qui non sta andando al bar o a una conferenza né in tutti i luoghi intermedi che, nel mondo virtuale, sono sostituiti dai blog dei veri blogger. Io non sono una blogger.
Chi passa di qui viene semplicemente a sbirciare dietro il sipario, come io vado a sbirciare sul sito di Neil Gaiman o quello di Tom Keifer (sì, dopo vent'anni ho ancora una cotta per il cantante dei Cinderella, ma adesso sto scivolando nel personale).

Riconosco che usare un blog in questo modo ne limita le potenzialità e va contro le regole del marketing, secondo le quali, bisogna prima creare un pubblico fedele al blog e poi trasformarlo in lettore di libri. 
Ora, io sono anni luce da Neil Gaiman e dagli scrittori del suo calibro e da quelli che sono la metà di lui, ma ragiono come il lettore che ha apprezzato il libro e dopo va a curiosare sul sito dell'autore. Nessuno ha conosciuto Neil Gaiman prima dal sito e poi dai libri.
È per quel lettore che pubblico su Scritti a Penna, dando per scontato che visiti queste pagine per me, cercando proprio me o i miei libri o i temi che tratto nei miei libri, ma non 5 trucchi per perdere un quintale in una settimana senza soffrire la fame, frase che ora mi porterà un milione di visite.

Dovrei, invece, seguire il percorso opposto, come dice il Sig. Marketing.
Esistono davvero blogger che dopo il successo dei loro post ne hanno tratto un libro un po' meno di successo perché, sapete, leggere un blog è gratis, ma quando c'è da tirare fuori i soldi...

Io non sono una blogger, forse dovrei sforzarmi di diventarlo. Mi piace davvero ricevere commenti qui, interagire con i lettori su Facebook e via mail, ma non sono capace di andarmeli a cercare. Mi è venuto questo dubbio sulla scia di un post su Penna Blu e di altri suoi articoli sul tema. Si sa che stimo Daniele (come blogger, poi magari nel tempo libera annega i gattini), consiglio a ogni scrittore che conosco di seguirlo, e mi piacciono anche i suoi commentatori. Forse dovrei pubblicare post a cadenza regolare, invitare i lettori alla discussione, applicare strategie per aumentare le visite e i commenti. 

Forse domani. Adesso vado a revisionare un altro capitolo del terzo libro di Legione perché ho promesso, a quelli che sono venuti a cercare me, che lo pubblicherò in autunno.